I’m the Highway
Perle ai porci. La mia strada è stata lunga e faticosa. Mi sono perso nelle città, solo nelle colline. Non provo nessun dolore né pena per essere partito. Non sono le tue ruote, io sono l’autostrada. Non sono il tuo tappeto volante, io sono il cielo.
Amici e bugiardi non aspettatemi perchè io continuerò da solo. Ho messo milioni di chilometri sotto i miei talloni ed ancora troppo vicino a voi mi sento.
Non sono le tue ruote, io sono l’autostrada. Non sono il tuo tappeto volante, io sono il cielo. Non sono il vento che soffia, io sono il fulmine. Non sono la tua luna d’autunno, io sono la notte.
[I’m the Highway] è una canzone degli Audioslave, un gruppo composto da Criss Cornell, ex cantane dei Sound Garden, con Tim Commerford (basso), Brad Wilk (batteria) e Tom Morello (chitarra) dei Rage Against the Machine.
Mi è venuta in mente leggendo qualche brano via web del libro “The road“, la strada, di Cormac McCarthy. Questo romanzo post apocalittico ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2007 e il James Tait Black Memorial Prize per la narrativa nel 2006.
Ne è stato recentemente realizzato anche un adattamento cinematografico che vede come protagonista Viggo Mortensen. Il film uscirà in Italia il 28 Maggio nonostante qualche tentennamento da parte dei distributori, negli USA infatti è stato definito come una pellicola in grado di “deprimere seriamente” gli spettatori.
La storia non è delle più leggere: padre e figlio vagano attraverso l’America sfuggendo all’inverno dopo una non meglio precisata catastrofe che ha quasi estinto il genere umano riducendolo ad una condizione di vita quasi primitiva tra le macerie della civiltà.
Padre e figlio: due punti di vista assolutamente opposti. Il padre infatti sostiene ogni sforzo nel tentativo di salvare il figlio ma, consapevole di ciò che era il passato, è disperato ed affranto per il futuro che lo attende. Il figlio al contrario quasi non ricorda nulla del “mondo come era” e vive la propria vita con l’entusiasmo di un bambino nonostante tutta la devastazione e le difficoltà che li circondano.
Rassegnazione e speranza sulla stessa strada.
Esiste un età per “gettarsi oltre” ed un età “per resistere“. I trentenni sono coloro che si trovano in mezzo a queste due età, sono coloro che devono “gettarsi oltre per resistere”. E’ la consapevolezza che rende questo momento terribile e magnifico. E’ la maturità che brilla negli ultimi lampi di creatività adolescenziale la loro magia, la loro rassegnata speranza.
“A trent’anni ti spetta un giro in croce per imparare a vivere il resto della tua vita…”
Davide “Birillo” Valsecchi