Il mondo per dirle ti amo
Nel nostro viaggio abbiamo incontrato molte persone proveniente da paesi diversi. Spesso, quando ci siamo trovati sulla stessa barca (e faceva acqua!!), abbiamo fatto squadra assieme condividendo un po’ di strada e i problemi.
Qui a Varanasi abbiamo incontrato Serjay, un ragazzone russo che non spiaccica una parola di inglese. Enzo, che il russo un po’ lo mastica, gli fa interprete mentre io mi occupo dell’inglese un po’ per tutti (specie quando ti tratta di discutere!!).
Oltre a Serjay si è aggiunto alla squadra anche Hiroshi, un giovane giapponese con una curiosa storia da raccontare. I giapponesi sono tra le persone che piu’ mi hanno incuriosito durante tutto il viaggio.
Hiroshi ha 27 anni ed e’ in viaggio da 7 mesi. Ha percorso gran parte del sud est asiatico, è stato in Australia ed ora sta attraversando l’India andando verso ovest.
Una bella mattina mi si avvicina e, dopo avermi raccontato un lunga storia, mi fa’ una richiesta semplicissima: insegnami a scirvere “Io ti amo” in italiano per favore.
Quel piccolo giapponese pazzo ha chiesto alla sua fidanzata di sposarlo e lei ha accettato la sua proposta di matrimonio. Lui vuole passare tutta la sua vita con lei e quindi prima di sposarla ha deciso di spendere un anno a visitare il mondo. Lei ha accetto di aspettarlo. (Solo i giapponesi!!)
Durante il suo viaggio Hiroshi ha promesso a se stesso che avrebbe imparato a dirle “Io ti amo” in tutte le lingue che incontrerà e su un piccolo libricino di carta di riso lo sta scrivendo per lei.
Uomini e donne giapponesi agiscono e pensano in modo incredibile, no?
Da quando è partito ha incontrato solo due italiani, me ed Enzo. E’ curioso che il destino abbia voltuto che fossimo noi due ad insegnare al piccolo samurai come dire “Ti amo” in italiano.
Difronte al sorriso ma anche alla profondità dell’intento di Hiroshi il problema trascende di parecchio la pura questione linguistica. Ogni volta che ho detto “ti amo” ho dato vita ad una tale ed infinita serie di eventi nefasti che non hanno sortito altro effetto se non schiacciarmi a terra con le ossa rotta ed il morale a pezzi. E da, quel che ne so’ , lo stesso vale per quello squinternato di Enzo.
Hiroshi, te li sei cercati con il lanternino i due Italiani!?!?
Sarebbe abbastanza facile lasciare che il mio solito cinismo travolga questa storia. Dal nostro punto di vista partire per una anno dopo aver fatto una proposta di matrimonio è da folli così come credere che lei possa aspettarti ma, e questo è un “ma” importante, questa è una bella storia. Antica e delicata come spesso le persone le favole giapponesi.
In bocca al lupo piccolo samurai, il vecchio Birillo ti fa tutti suoi migliori auguri. Possa tu viaggiare sicuro attraverso il mondo e trovare la tua principessa ad attenderti al tuo ritorno. Quel libretto di carta di riso è un bel regalo da offrile. Kàmpai!!
Davide “Birillo” Valsecchi