Eclissi a Varanasi
Varanasi 22 July 2009 – Sono le quattro del mattino quando suona la sveglia. La musichetta suona lontana nella mia mente, l’ascolto distratto ancora addormentato quando ricordo perchè l’abbiamo puntata. Mi sveglio di colpo ed Enzo fa lo stesso. Oggi è il giorno che aspettiamo a Varanasi da un tempo interminabile, oggi è il giorno in cui Sole, Terra e Luna ci mostreranno la magia del cielo. Oggi è il giorno dell’eclissi!!
Prendiamo l’equipaggiamento e ci infiliamo nei vicoli ancora bui della città dirigendoci verso la riva occidentale del Gange. Sono ancora mezzo addormentato ed intorno a me è ancora notte. Nel cielo solo le stelle e qualche piccola nuvola che si muove pigra all’orizzonte. Forse avremo fortuna oggi ed i monsoni non verrano a distrubarci.
Sulla banchina lungo il fiume gli indiani ancora dormono sulle barche o sui gradoni in marmo. I primi raggi di sole cominciano a rimbalzare sulle nuvele riempiendo il cielo di fiamme rossastre. Alle 5.20 ci sarà l’alba e alle 5:30 la Luna comincierà ad oscurare il Sole ancora basso sull’orizzonte piatto di Varanasi.
Enzo monta le sue macchine fotografiche ed i cavaletti mentre io mi guardo attorno. Questa è una giornata speciale e sono consapevole di cosa avverà in meno di un ora. La Luna si allinierà con il Sole e proietterà la propria ombra sulla Terra e noi saremo in uno dei punti più bui del pianeta. Il sole scomparirà e saranno le tenebre ad illuminare il giorno. Non ho mai visto un’ eclisse ma so bene cosa accadrà, mi sono documentato. Questo è quello che mi ripeto mentro guardo nuvole enormi correre tanto veloci come non ho mai visto in vita mia ed il Sole, che vi balena attraverso, brucia di un fuoco rosso che non c’era nelle albe precedenti. Cosa sta realmente succedendo?
L’orizzonte è un turbine continuo di vento, nubi e fiamme che guardo preoccupato. E’ la stagione monsonica ed il rischio che il brutto tempo copra il cielo con una spessa cappa grigia è alto. Osservo inutilmente oltre al fiume sperando di poter spostare le nuvole con la sola volontà. Un mese fà aspettavo che smettesse di nevicare per poter salire sullo Stok Kangri. Impotente come allora potevo solo aspettare che il cielo faccesse la sua scelta. Essere stato fortunato già una volta trasforma le mie ansie in sconforto. “Non può sempre andarti bene Birillo, mettiti l’anima in pace, hai aspettato invano”. Mentre questo pensiero corre nella mia mente ormai rassegnata spunta tra le nuvole infuocate un gigantesco Sole rosso, con una velocità inquietante tutto l’orizzonte si infiamma e si sgombra.
Infilo due paia di Oakley uno sopra l’altro, lenti polarizzate sotto le lenti scure da alta quota e guardo quella palla di fuoco che ormai domina tutto. Nell’angolo in alto a destra del Sole è comparsa una rientranza tonda e continua ad allargarsi scendendo diagonalmente verso l’angolo opposto. La luce del Sole è ancora accecante e senza il doppio paio di occhiali sarrebbe impossibile accorgersi di quello che sta succedendo.
La forza del Sole è assoluta. Illumina fiero il mondo con la stessa possanza anche quando la Luna ha ridotto il suo profilo ad un piccolo filamento incandescente. Anche così non è possibile sostenerne lo sguardo.Un ultimo raggio, un ultima scheggia furiosa di luce ed in un battito di ciglia è calata la notte. Io avevo visto il sole farsi piccolo, avevo visto tutte le fasi e mi ero gustato l’ultimo affascinante istante di luce. Attraverso le mie lenti le tenebre erano scese lente ed ero stato a modo mio partecipe di quel passaggio. Per tutti gli indiani attorno a me e nel Gange le tenebre erano però arrivate all’improvviso, per loro in un istante il mondo era diventato buio e l’oscurità ora ammantava tutto. Mi sono tolto gli occhiali e mi sono guardato intorno mentre la folla ha cominciato a pregare furiosamente alzando le mani al cielo in un boato che trascinava tutta la riva del Gange.
Eravamo nelle tenebre e pregavano perchè tornasse il sole ad illuminare il mondo. Distratto da quella folla avevo smesso di guardare il cielo e quando ho rialzato gli occhi ho visto qualcosa che ancora adesso rimbalza confuso ed inaferrabile nella mia mente e che in quel momento aveva i connotati di un sogno. Nel cielo c’era solo una grande palla nera che risplendeva all’interno di un cerchio di luce perfetto. Ho provato a fotografare quell’inquietante occhio che ci scrutava dal cielo ma ancora adesso credo di aver armeggiato confuso con la macchina fotografica e nessuna delle foto rede giustizia a ciò che dominava quel momento. Mai visto nulla di simile!!
Era come trattenere il respiro restando sott’acqua e se aveva una tale forza, un tale impatto sulla mia mente preparata non oso immaginare cosa potesse rappresentare per gli uomini del passato che si ritrovavano improvvisamente al buio ed al cospetto di quell’occhio di dio. Un esperienza violenta e mangifica che sovvertiva il giorno e la notte stravolgendo il mondo stesso.
Guardavo quell’anello argentato quando all’improvviso un esplosione dorata è apparsa nel punto opposto a dove era cominciata l’eclisse: il primo possente raggio di Sole filtrava di nuovo verso la terra ed era di nuovo improvvisamente giorno. In un battito di ciglia tutto era di nuovo perfattamente illuminato e tutto attorno a me si alzavano urla e preghiere ad accogliere il ritorno della Luce. Ho cominciato a tremare inconsapevolemente. Ero stato nelle tenebre attraversandole leggere come in un sogno irreale ma il primo raggio di sole era stato violento come la prima boccata d’aria dopo una lunga apnea. Ti prego Sole, non andartene ancora!!
Quando sono sceso dallo Stok Kangri ero confuso e stanco, non ero nè felice nè triste. Ero stato a 6000 metri e pensavo che avrei dovuto esserne entusiasta, avrei dovuto essere contento per forza mi ripetevo. Ma nella mia mente si affollavano ancora enormi i pensieri di quell’esperienza così lontana da tutto ciò che avevo sperimentato in passato. Ne ero ancora come rapito. Ci sono voluti due giorni prima che riuscissi ad afferrare tutte le emozioni che si agitavano e a farle mie. Ci sono voluti due giorni per essere felice, per essere consapevole di quell’esperienza.
L’eclissi, sulla riva del Gange, ha avuto la stessa forza di quella montagna tanto dura con me. Mentre vi scrivo ancora non padroneggio tutti i pensieri che rimbalzano nella mia testa ripensando a quel cerchio argenteo che dominava il cielo nero. “Dannazione è solo la Luna davanti al Sole” mi ripeto, ma il mio cuore lo vive ancora come un momento confuso, forse terribile ma sicuramente magico e straordinario.
Come al campo basse dello Stok Kangri il cielo si è fatto improvvisamente ed insperatamente sereno. Sei stato ancora fortunato Birillo e come allora ti ritrovi ad esplorare nuovi ricordi cercando di cogliere il senso di quegli attimi straordinari difronte alle meraviglie di questo incredibile mondo.
Davide “Birillo” Valsecchi