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Racconti di un pellegrinaggio Tibetano

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Como&Dintorni:«In Oriente con Asso»

Como&Dintorni:«In Oriente con Asso»

Como & Dintorni
Como & Dintorni

La rivista “Como & Dintorni” è una pubblicazione mensile che si occupa di tutto ciò che coinvolge la storia, l’arte, la cultura e l’attualità del nostro territorio e del turismo legato alla città e al Lago di Como.

Nell’edizione numero 64 del mese di Marzo 2009 ha trovato spazio tra i suoi articoli anche una bella presntazione del nostro viaggio.

Le pagine 6 e 7 di questo mese sono interamente dedicate all’ articolo “Da Asso in pellegrinaggio al pilastro della terra” scritto da Graziano Monetti. Il giornalista racconta il nostro piccolo viaggio ad Oriente descrivendo le iniziative legate alla spedizione: Preghiere di Stoffa e Suoni del Tibet.

«…stiamo parlando della nuova avventurosa sfida di due giovani comaschi, anzi assesi per la precisione. L’artista e fotografo Enzo Santambrogio che, accompagnato dall’amico ed alpinista Davide Valsecchi, affronterà questo impegnativo viaggio per documentare un’ esperienza che promette di essere carica di mistero e magia.»

Scoprire che il nostro viaggio ha guadagnato l’articolo d’apertura di una rivista così importante per il nostro territorio ci ha sicuramente stupito ed ulteriormente motivato. Il mese di Maggio è sempre più vicino ed con esso anche la nostra partenza diventa sempre più imminente, è quasi  ora di mettersi in viaggio e sentire il supporto delle persone che si sono appassionate alle nostra avventura è il modo migliore per prepararsi.

Continuate a seguire la nostra storia!!

[Per ulteriori informazioni sul viaggio in Ladakh visita la sezione dedicata]

By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it
[Sponsor]: Palestra Millennium – Pontelambro

[Sponsor]: Palestra Millennium – Pontelambro

Quando devi partire per un viaggio come questo sai che devi prepararti per poter affrontare al meglio le difficoltà ed essere in grado di fare fronte agli enventuali imprevisti.  Gli strumenti migliori di cui disponiamo sono la mente ed il corpo, entrambi vanno preparati e addestrati a collaborare nelle situazioni più disparate.

Si deve pianificare il viaggio, gli itinerari, documentarsi e studiare cartine ed libri. Ma non basta la teoria, prima o poi si arriva alla pratica ed a quel punto si devono giocare le proprie carte. Per arrivare preparati serve una parola sola: allenamento.

Allenarsi è uno dei momenti più belli, in qualsiasi sport. Cominci con poca voglia, quasi come se ci fossi costretto. Ti scaldi, fai attenzione a quel muscolo che ti faceva male l’ultima volta e ti concentri sulla respirazione e sul movimento. Piano piano aumenti e lasci andare il corpo ripensando agli obbiettivi che ti sei prefissato.  A quel punto sei caldo, sai cosa vuoi, sai quanto impegno ti costerà ed allora cominci a spingere, cominci a darci dentro perchè tutta la fatica che non farai qui la rimpiangerai lassù.

Durante il nostro viaggo dovremmo sempre fare attenzione a coservare le forze, ad avere una riserva per ogni eventualità ma qui, mentre ci alleniamo, dobbiamo spremere tutto quello che si ha e vedere fino a dove ci si puo’ spingere.

Enzo, il titolare della Palestra Millennium di Pontelambro ci ha offerto la possibilità di allenarci nel suo impianto. Ormai tutte le mattine ci vede entrare con la faccia ancora assonnata e cominciare tra gli attrezzi. Credo si diverta nel vedere quanto faccia lavorare sodo il nostro Enzo!!!

Io non ero mai stato in questa palestra ma di centri sportivi, per via del Karate-do, nè ho conosciuti parecchi e posso dire che questo è uno dei più belli che abbia visto nella nostra zona. Purtroppo oggi giorno molte palestre sono diventate delle discoteche diurne, dove più che allenarsi si mette in mostra l’abbronzatura, il proprio completino “trendy” e la boria da super atleta mancato. Devo complimentarmi con  Enzo perchè alla Millennium ha saputo invece creare un buon “clima”, molto amichevole e rilassato permette di allenarsi con tranquillità e profitto.

La palestra è molto grande ed offre veramente di tutto. La sala pesi è molto ampia, ci sono un sacco di cyclette,  tapis roulant e attrezzi. Non è mai troppo affollato da dover aspettare il proprio turno. Spoglaitoi e docce sono sempre molto puliti ed è disponibile un bagno turco, una sauna ed un idromassaggio sempre accesi. Avere una sauna sempre in temperatura è meraviglioso, specie d’inverno!!!

Vi è un ampia sala per i corsi e c’e’ anche una piscina di 15 metri in cui è possibile sia nuotare che partecipare ai corsi di AcquaGim ed ora anche di IdroSpin. Dulcis in fundo c’è il Ring. Enzo infatti ha un passato come pugile, insegna ai neofiti della Boxe e prepara gli agonisti. Tiene anche corsi per bambini e questa la dice lunga sulla serietà e sulla sua passione per questa nobile arte occidentale, insegnare una simile disciplina ai giovani richiede una grande maturità sia come atleta che come persona.

Io ho insegnato Karate-do ai bambini tra i 5 ed i 12 anni e posso garantire che queste attività, se condotte nel modo giusto, possono dare moltissimo sia come formazione che come educazione ed esperienza. Una mia alieva di Brugherio, ora sedicenne, aveva acquisito una tale serietà e maturità nell’allenarsi che ha superato con facilità le selezioni come ballerina per il corpo giovanile di ballo della Scala di Milano. Il karate, la boxe o il judo possono essere la nostra strada o semplicemente quella che ci prepara a trovare quella più giusta per noi. Queste discipline offrono realmente molto di più di quanto possa apparire all’occhio inesperto.

Se volete fare un salto ad allenarvi lo trovate in Via Zara 12 a Pontelambro (031 44.76.128)
Ringrazio ancora Enzo che ci sopporta tutte le mattine e che, con entusiasmo,  ha dato supporto alla nostra iniziativa!!!

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By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it
Da Asso preghiere di stoffa inTibet

Da Asso preghiere di stoffa inTibet

Giovedì, 5 marzo 2009, è stato Pubblicato su LaProvincia un articolo scritto da Mara Cavalzutti:

Pregheire di stoffa«“Preghiere di stoffa”: la seta e il dialetto comasco, da Asso arriveranno in Tibet per trasformarsi in preghiera. Questo è uno dei progetti che caratterizzeranno la spedizione del fotoreporter Enzo Sant’Ambrogio e l’alpinista Davide Valsecchi, che tra maggio e giugno saranno in Tibet per raggiungere il monte Kailash, la montagna più sacra di tutta l’Asia, venerata da oltre mezzo miliardo di persone in India, Tibet, Nepal e Bhutan, sacra ai fedeli di quattro religioni. “L’ iniziativa – spiega Valsecchi – è nata dalla volontà di coinvolgere il mondo del tessile comasco in questa piccola avventura verso Oriente. L’obbiettivo è omaggiare una delle più famose tradizioni tibetane interpretandola con tutta l’esperienza e la creatività, del nostro territorio in campo tessile. I tibetani, infatti, affidano le proprie preghiere a bandierine di stoffa che vengono diffuse nel mondo dalla forza del vento, per il beneficio universale di tutti gli esseri viventi”. Il monte Kailash, che viene risalito circolarmente in senso orario, è la meta finale del pellegrinaggio, che sia i laici che i lama compiono, impiegando settimane o addirittura mesi, verso la  montagna sacra, per apprendere, come vuole la tradizione, la rivelazione che mostrerà loro la via per trascendere le passioni e le illusioni di questo mondo. “Per realizzare le bandiere – continua Valsecchi -, abbiamo chiesto il supporto delle aziende comasche e la partecipazione dell’istituto tecnico setificio di Como. Al progetto, illustrato mercoledì mattina (ieri), parteciperanno 70 ragazzi delle classi seconde e quinte, che sulla seta creeranno decorazioni artistiche simboliche per l’occasione. Si vuole omaggiare una tradizione millenaria con la tradizione e l’originalità del nostro territorio. All’iniziativa ha inoltre aderito l’azienda PuntoComo che realizzerà dei tessuti per le bandiere, utilizzando i famosissimi telai a mano appartenuti all’artista del tessile Gegia Bronzini, dove verranno riportate citazioni di poeti dialettali. Dopo averci accompagnato lungo tutto il nostro viaggio, le bandiere saranno esposte ai piedi del monte Kailash,  5600 metri, nel punto più alto di uno fra i più antichi pellegrinaggi umani condiviso dalle quattro maggiori religioni orientali”. Tra le migliaia di bandierine colorate che sventoleranno al sole tra le cime dell’Hymalaya ci saranno anche quelle comasche.»

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Preghiere di Stoffa: Setificio “Paolo Carcano” di Como

Preghiere di Stoffa: Setificio “Paolo Carcano” di Como

Setificio ComoIeri io ed Enzo siamo stati ospiti del Istituto Tecnico Industriale Serificio “Paolo Carcano” di Como per presentare il nostro viaggio agli studenti ed esporre loro l’iniziativa, condivisa dalla Preside e dal corpo Professori, Preghiere di Stoffa.

I ragazzi coinvolti nel progetto sono oltre una settantina e trovarseli davanti stando dal lato “sbagliato” della cattedra è stato molto curioso!!! Enzo, come al solito, ha tenuto banco con i suoi racconti ed ha descritto la nostra piccola idea raccogliendo un grande consenso.

Le bandiere di preghira, per Tibetani e Nepalesi, sono pezze di stoffa colorata su cui vengono riportate iscrizione di buon auspicio che il vento diffonderà attraverso il mondo a beneficio di tutta l’umanita.

Gli studenti del secondo anno, coordinati e supportati dai più esperti del quinto, realizzeranno infatti delle pezze di stoffa a modi bandierina su cui stamperanno disegni e frasi beneauguranti a carattere universale. Il nostro compito sarà portare questi piccoli ed artistici gesti di speranza sul tetto del mondo esponendoli al vento dell’Himalaya insieme alle preghiere delle quattro grandi religioni che percorronno il pellegrinaggio.

E’ un piccolo gesto forse, ma molto delicato con sui si vuole dare ai ragazzi la possibilità di esprimersi in modo creativo entrando a far parte del nostro viaggio. Un modo diverso per confrontarsi con altre culture e dare sfogo alla carica positiva e alla sensibilità tipica della loro età. Abbiamo dato loro carta bianca con l’unica raccomandazione di rispettare due sole regole: positività ed universalità. Abbiamo chiesto loro di dare anche un piccolo spazio al nostro lago, al nostro dialetto e alla nostra identità.

Come la farei io la mia preghiera? Io vorrei una pezza di colore verde, che nella cromia orientale simboleggia l’acqua, su cui disegnerei un viandante che da una collina guarda il nostro lago di Como. In qualche angolo inserirei la nostra rosa camuna, uno dei simboli più antichi ed universali del nostro territorio. Riporterei un  proverbio nel nostro dialetto che parli della solidarietà tra i montanari verso le asprezze della vita e della montagna. Io però ho un po’ la sindrome di “Sthendal” in questo periodo e non so se faccio testo =)

Auguro buon lavoro a questi ragazzi, sono molto curioso di vedere cosa sapranno realizzare. E’ un serio impegno portare il loro messaggio cosi lontano e così in alto. Appena saranno completati i primi lavori sarà mia premura presentarveli assieme ai loro autori.

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Route G219, l’autostrada del Tibet

Route G219, l’autostrada del Tibet

G219Per esperienza diretta posso dirvi che il termine autostrada nei paesi montuosi dell’Oriente ha un accezione piuttosto diversa da quella che possiamo avere comunemente noi occidentali.

Io ho avuto la fortuna di percorrere nel ’99 la Karakorum Highway, parte della famosa via della seta che attravera il nord del Pakistan.

Il termine autostrada, highway, significa realmente “strada principale” e nulla più. La Karkorum è una strada  che spesso si trasforma in uno sterrato largo poco più di una corsia per camion che percorre a strapiombo le rive dell’Indo tra le impressionanti muraglie del Karakorum, del Pamir, dell’Hindu Kush e, alla fine, dell’Himalaya. La KKH è la cordigliera più alta ed audace del mondo. Dalla G219 non mi aspetto molto di meglio!!!

La G219 è la strada che attraversa per 2,279 km l’altopiano del Tibet dalla città di Yecheng nella provincia di Xinjiang fino a Lazi nella regione autonoma del Tibet dove si incrocia con la Friendship Highway che prosegue verso Lasha. La G219 passa molto vicino al Kailash e ai laghi Manasarovar ed inevitabilmente diverrà la nostra strada guida per la discesa verso Lasha attraverso l’altopiano tibetano.

La strada è stata costruita da oltre 4000 lavoratori cinesi in  più di 19 mesi del Marzo del 1956 all’Ottobre del 1957. E’ asfaltata solo in brevissimi tratti ma il piano di sviluppo Cinese per il Tibet prevede di renderla sempre più fruibile. I rapporti che ho avuto occasione di consultare, risalenti al 2007, non mostrano tuttavia la strada in buone condizioni, soprattutto laddove è necessario attraversare i fiumi.

Quello che principalmente mi interessa individuare sono gli insediamenti umani lungo la via e calcolare le tratte ed le soste per gli approvigionamenti. Alcuni resoconti di viaggio, realizzati da gruppi di ciclisti nel 2004, sono abbastanza incoraggianti. Tocca annotare e prendere nota sulla carta di tutti suggerimenti o le informazioni utili. Anche questo è parte del viaggio.

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[Sponsor]: Cape Horn – Abbigliamento Sportivo

[Sponsor]: Cape Horn – Abbigliamento Sportivo

Cape Horn abbigliamentoPer il nostro viaggio abbiamo contattato diversi produttori alla ricerca dei materiali e dell’equipaggiamento da utilizzare per la spedizione.

Una delle primissime aziende che ha accolto con favore la nostra iniziativa è stata Cape Horn, un’ azienda d’abbigliamento italiana che lega il suo marchio alla famosa isola della terra del fuoco, il punto più a sud del continente sudamericano.

Nel mondo della vela il passaggio di Capo Horn, per il famoso Stretto di Drake, è tutt’oggi considerato una delle imprese più avventurose e difficili. Non posso che ricordare il nostro grande Luigino Airoldi che, nonostante sia un alpinista, doppiò lo stretto e nel 1970 fu uno dei primi italiani a raggiungere il continente Antartico a bordo della piccola San Giuseppe II. Potete leggere la sua incredibile avventura qui.

Un’azienda con un simile nome non poteva che essere orientata ai world’s travellers! Ci è subito piaciuto collaborare con lo staff Cape Horn e ci ha colpito l’entusiamo che mostrano per i viaggi dei propri utenti. Sul www.capehorn.it potrete trovare raccolte le fotografie ed i diari di questi affascinanti viaggi nel mondo.

CapeHorn ha messo a nostra disposizione diversi capi d’abbigliamento tra cui segliere. I materiali sono di ottima qualità e, sebbene non siano capi orientati alle situazioni estreme, sono compatibili con le nostre esigenze e si integrano bene con il resto del materiale più tecnico. Sono vestiti molto sportivi ma con una grande attenzione per lo stile e per l’eleganza: ci faccio veramente la mia “bella figura” con quei maglioni!!

Ringraziamo ancora Cape Horn e tutto il suo staff per il supporto che hanno saputo darci!! Grazie!!!

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By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it
Acute Mountain Sickness, AMS: Mal di montagna

Acute Mountain Sickness, AMS: Mal di montagna

Capanna Regina Margherita La montagna più alta d’Europa è il nostro Monte Bianco con i suoi 4.810 metri sul livello del mare. A poca distanza si inalza un altro gruppo montuoso incredibile che nelle giornate di bel tempo si può intravvedere a occhio nudo anche dalla nostra zona, è il gruppo del Monte Rosa con i suoi 4.634 metri della punta Dufour.

Entrambe queste magnifiche e difficili montagne hanno una quota inferiore sia a Cima-Asso che al percorso del Kora attorno al monte Kailash ma sul Rosa troviamo, abbarbicato sulla Punta Gnifetti a 4.559 metri, il più alto rifugio alpino d’Europa, la famosissima Capanna Regina Margherita, un ottimo spunto per analizzare i malesseri legati alla quota.

Chi vi racconterà di essere salito in giornata alla Gnifetti e di aver trascorso la notte lassù vi racconterà di un sonno flagellato dal mal di testa, dalle vertigini e dalla nausa. Una notte fatta di gente che cammina carponi abbattuta dai dolori alla testa. Questo può sembrare un quadretto esagerto ma anche alla Capanna Margherita, senza le dovute attenzione, si può sperimentare uno spiacevole assaggio di AMS, Acute Mountain Sickness o mal di montagna.

Il Mal di Montagna si può sviluppare a qualsiasi quota sopra i 2000 metri. I sintomi possono essere catalogati come lievi o gravi. I primi sintomi, quelli lievi, sono mal di testa, senso di testa vuota o vertigini, stanchezza eccessiva, insonnia e perdita di appetito. Alcuni individui faticano a respirare anche a riposo.

I sintomi gravi sono stanchezza sempre maggiore, forte mal di testa, vomito, perdita della coordinazione, difficoltà a camminare. Questi sono i segni di un Edema Cerebrale da Alta Quota che può portare ad uno stato di incoscienza ed alla morte nel giro di 12 ore se vengono ignorati i sintomi del progressivo peggioramento. Anche il rischio di un edema polmonare è alto e da non sottovaltare.

Ma che succede nel nostro corpo e perchè insorgono tutte queste complicanze?  Il mal di montanga è il risultato dell’accumulo di fluidi in parti del corpo dove non dovrebbero essercene, come nel cervello, nei polmoni, od in entrambi. Tutto questo avviene perchè il cambiamento di quota è stato troppo repentino e non ha permesso al corpo di adattarsi alle nuove condizioni.

L’unica soluzione valida per evitare l’AMS è una procedura attenta e scrupolosa di acclimatamento all’altitudine. E’ importante affrontare la quota gradatamente posizionando sempre i campi al di sotto della massima quota raggiunta durante il giorno, non avere fretta e dedicare al proprio corpo i tempi di riposo necessari. Praticare esercizi di respirazione e bere costantemente acqua, la disidratazione ha molti sintomi simili all’AMS ed è altrettanto pericolosa, bere spesso e respiare lentamente e a fondo aiuta per entrambi i problemi.

Attenzione: qualora emergessero i sintomi del mal di montagna si devono interrompere le attività fisicamente pesanti e riposare, qualora questo non desse risultato si deve accompagnare la persona colpita a quote più basse. Va accompagnata perchè potrebbe non essere in grado di farlo autonomamente!!!

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CNY: Renminbi Yuan, la valuta cinese

CNY: Renminbi Yuan, la valuta cinese

yuanSoldi, ovunque tu decida di andare devi imbatterti sempre nello stesso problema. Così anche se si parte per uno dei posti più isolati del pianeta come la regione Ngari del Tibet conviene imparare un paio di regole sulla valuta locale.

In primo luogo l’acronimo internazionale che la contraddistingue CNY che, attraverso Internet, è il primo contatto con questa valuta il cui nome esteso è  Renminbi Yuan. Lo Yuan è l’unità base che si divide in dieci Jiao (decimi) o in cento Fen (centesimi). Abbiamo banconote da 1 yuan, da 5, da 10, da 50 e da 100, il massimo taglio disponibile.

Quanto vale uno Yuan? Per dieci anni il renminbi è stato strettamente ancorato al dollaro statunitense ad un tasso fisso di 8,28 renminbi per dollaro statunitense. Il 25 luglio 2005 la Banca Popolare Cinese ha rivalutato il renminbi ad un tasso di 8,11 renminbi per dollaro statunitense. Oggi possiamo dire che 1 Euro vale all’incirca 8.7 yuan da cui 1000 euro diventano 8701.7 yang che si traducono in un mazzetto di 174 banconote da 50 yuan o 870 banconote da 10 yuan.

Bene, allora non resta che comprendere il potere d’acquisto di un yang per meglio capire come ci si possa organizzare.

Dalle pubblicazioni sul web e dai diari che ho avuto modo di consultare ho estratto alcune informazioni sui costi. Sembra che un Portatore costi al giorno tra i 50 e i 60 CNY, che noleggiare un mezzo da Lasha fino a Shiquanhe, che è situata 1700km più a nord ovest, costi cira 10.000 CNY. Andata e ritorno a seconda delle condizioni del mezzo, quindi abbastanza salato!

In alternativa ci sono i Coach Travel, ovvero sia i pulmini che con una certa regolarità collegano i principali centri del sud. Nella zona di Ngari tuttavia il problema non si pone,  o si va a piedi o si fa l’autostop ai camion, alle pattuglie dell’esercito o al servizio postale, altra alternative non ci sono.

Nei principali centri abitati di Ngari si possono trovare dei Lodge che per 45-70 CNY a letto posso dare asilo per la notte. Ovviamente non c’e’ acqua corrente ed il bagno è comune in una latrina all’esterno. Ho una foto che ho trovato su Internet di queste latrine, non sono pessime come si potrebbe credere se non c’e’ troppa folla! Laddove vi è un presidio militare si può avere accoglienza per 10 CNY e può essere anche l’occasione per ottenere un buon passaggio dall’esercito.

A Darchen, il centro più prossimo alla partenza del Kora si può avere un posto letto per 60 CNY o piantare la tenda dentro le mura del villaggio per 15-20 CNY a persona. Non sembra esserci problemi di furti o brigantaggio ma la zona fuori Darchen, a causa dei numerosi pellegrini, sembra essere infestata da cani randagi. O ci si tiene a debita distanza dal villaggio o tocca pagare. La cosa buona di Darchen è che si può mangiare pesce fresco pescato nel lago Manasarovar per 20 CNY e farsi un bagno in una fonte d’acqua calda naturale per 10 CNY (…di vasche da bagno o doccie nemmeno se ne parla =).

Molti prezzi probabilmente saranno inferiori mentre altri, sopratutto legati ai trasporti, potrebbero essere anche molto più alti. Va tenuto conto dell’arte della contrattazione tipica dell’Oriente, della difficoltà linguistica e di mille altri fattori per capire quanto e cosa pagare durante il nostro viaggio.

E’ importante capire il costo del vettovagliamento ed i punti dove rifornirsi perchè per due mesi e mezzo di cibo tutto nello zaino non ci stanno!! Serve pazienza e tempo in queste cose. Vala regole delle 3 effe: Fame, Freddo e Fatica stiamo arrivando!!!

Torniamo alla carta geografica!! Ciao a tutti Davide.

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