Ieri eravamo in ritardo: il caldo a fondo valle e il camminare sull’asfalto da Barni a Valbrona ci avevano inchiodato a San Giorgio. Oggi invece abbiamo cambiato i pesi negli zaini e mi sono messo a testa bassa per spingere: quando mi ci metto anche con un bel prso sulle spalle vado come un trattore con il giusto ritmo. Ora mi fanno un po’ male le spalle ma non ci siamo sderenati ed il morale é alto. Lele, nonostante sia una matricola, é andato alla grande e sta imparando a gestire la fatica di 10 ore a piedi. Bravo! Oggi abbiamo recuperato il tempo perduto e siamo in tempo per il grande incontro a cui mi sto preparando: la pioggia. Martedí e soprattuto mercoledí é previsto brutto tempo ed é per noi importante essere nel posto giusto quando comincierá a cadere acqua. Il piano é attendere la fine della pioggia alla base della Grigna e tentare la salita con il ritorno del bel tempo Giovedí. Questa sera ho di che essere cobtento. Sono soddisfatto: oggi siamo stati bravi.
Sali e scendi, questo é il viaggio dei Flaghéé quest’anno. Dopo avera lasciato alle spalle la Vallassina, scavalcando Corni e Moregallo, siamo approdati alle rive del lago di Lecco e, superata la città, abbiamo ricominciato a salire.
Un interminabile scalinata tra le rocce bianche che sovrastano Lecco ed eccoci finalmente alla capelletta di San Martino. Questa mattina la vedevamo brillare al sole guardandola dalla cima di una montagna al di lá del lago.
Abbiamo lasciato il Triangolo Lariano, inizia la nostra avventura nelle montagne del versante orientale.
Superare il pezzo di strada che da Valmadrera porta a Malgrate lungo il lago é un esperienza per cuori forti: metteteci uni stramaledetto marciapiede! Superati i dieci minuti di ‘Paura e delirio a Malgrate’ siamo arrivati al livello del lago. Quella che vedete nella foto é Lecco e la montagna sullo sfondo é il Colmegnone, la cima sulla quale ci apprestano a salire superato il ponte che divide il Lario dall’Adda.
Sovrastando Lecco siamo sul Moregallo. Dai Corni la salita passa per una piccola gola attrezzata con catene di protezione. Sulla cima una madonna votiva, una croce e grandi prati affacciati su un panorama stupendo che va dalle Grigne al Resegone abbracciando il lago grande ed i minori.La bandiera é quella di Maru dedicata a Confalonieri. Un sorso d’acqua e ricomincia la nostra discesa fino alle rive del lago.
Il corno occidentale é il piú conosciuto e frequentato e cosí, essendoci stato solo qualche settimana fa, abbiamo deciso di omaggiare quello centrale. La salita per certi versi é più complessa ed esposta del caminetto occidentale ed é forse anche per questo che in pochi passano di qui. Sulla sommità vi ê una piccola croce dedicata nel 1976 a Daniele, lí abbiamo posto la nostra bandiera. Come promesso é quella realizzata da Giulia e dedicata a Maria Sofia di Barbone. Ci godiamo un attimo il panorama prima di riprendere il nostro viaggio. A presto!
Sveglia presto e via: i due ‘hobbit’ della Vallassina sono di nuovo su un sentiero in salita. La giornata é buona ed il tempo ancora propizio: in due orette risaliamo la china fino ai grandi prati davanti al Rifugio S.E.V. Le Grigne sono stupende davanti a noi: ora iniziamo a salire per raggiungere la vita del corno centrale. Come diceva il vecchio Bilbo ‘basta mettere un piedi fuori dalla porta di casa per iniziare un viaggio’. La cima ci aspetta: a presto!
P.S. Un grazie a Tino e Alberto del Taurus che ieri ci hanno portato le magliette in microfibra. Vanno benone!
Il mio oroscopo oggi diceva che avrei imparato una lezione importante senza difficoltà. Quale sia non l’ho ancora capita ma continuo a rimuginarci anche ora, qui, seduto sotto una pianta nei prati sopra San Giorgio mentre il sole tramonta illuminando i Corni di Canzo ed il Moregallo.
Il mio orgoglio sarebbe stato felice di raggiungere in un solo giorno il San Primo ed i Corni ma adesso, mentre il sole filtra tra il verde delle foglie, dovrei alzarmi, tirarmi in piedi e svegliare Lele che dorme poco più in là. Ci vorrebbero un’altro paio d’ore per raggiungere la SEV, si potrebbe fare ma questo non è un viaggio d’orgoglio: queste montagne non sono una sfida, sono un momento d’incontro.
Lele ha fatto il Cammino di Santiago qualche anno fa. Oggi mi ha confessato che non è nulla rispetto al ritmo indemoniato che gli ho imposto in questi giorni. Scendendo, ormai sconsolato, mi ha urlato: “Ma come diamine fai ad andare in discesa così in fretta con uno zaino così pesante?”.
Cammino da così tanto tempo, da così tanti anni, che spesso dimentico quanto la giovinezza non tenga testa all’esperienza. Mi è tornato alla mente quando pischello anche io camminavo lasciandomi affossare dal peso dello zaino e dallo sconforto di non farcela.
La gioventù ha i suoi pregi ed i suoi deifetti. I vecchi lo sanno e lo ripetono sempre: “Andare in montagna non è una questione di fisico, è una questione di testa”. Ed hanno ragione. Dicono anche: “Con i giovani ci vuole pazienza se no non diverranno mai vecchi brontoloni come noi!”. Ed hanno ancora più ragione.
Quindi quale è la lezione?
La lezione è che in ogni cosa si deve dare al tempo il suo tempo.
Questa sera ci fermiamo qui. Lascerò che gli uccellini continuino a cantare mentre questo venticello fresco mi culla. Lascerò riposare Lele fino all’ora di cena e poi ci godremo il tramonto di questa nuova giornata dei Flaghéé. I Corni ed il Moregallo ci attenderanno per domani!!
Notte a tutti!!
[Ecco qualche foto scattata in questi giorni: che ve ne pare? Posti magnifici!!]
Superare Magreglio e Barni sotto il sole é stato un mezzo calvario. Al centro sportivo, dove ci siamo fermati a prendere un ghiacciolo, abbiamo incontrato Giulia, una delle ragazze della scuola di Asso che hanno realizzato le nostre bandiere. Giulia sapeva tutto di come andava il nostro viaggio ed abbiamo scherzato sul peso dei nostri zaini. La prossima bandiera prometto sarà la sua! Ora siamo nei boschi di Monte scendendo verso Valbrona fiancheggiando finalmente il ramo del Lario che volge verso Lecco.