Flaghéé Como-Venezia: giorno sette
Fin da piccolo mi hanno insegnato che in montagna ci si saluta e, per quanto possibile, ci si aiuta a superare le difficoltà. Ma l’ospitalità e la gentilezza delle persone che abbiamo fin qui incontrato stupisce e meraviglia anche il montagnino che é in me: la gente del fiume, come nella canzone dei Clearence, sembra davvero felice di dare.
Ieri sera siamo stati ospitati a cena da Armando, presidente del canoa club voga alla veneta di Cremona, al centro dopo-lavoro della Tamoil che ha sede lungo le rive del Po.
La notte l’abbiamo trascorsa nella casa galleggiante del club: sembrava di essere di nuovo a Srinagar.
Stamattina Armando é venuto a salutarci in compagnia di Annibale, giornalista del Giornale del Po. Annibale era entusiasta delle Flaghéé e dell’idea di riunire tutti i comuni del lago in una ghirlanda di bandiere.
Abbiamo fatto un po’ di foto sotto il ponte di Cremona e ci siamo messi a pagaiare lungo il grande fiume. L’acqua é veramente bassa e la corrente é scarsa e lenta in questo periodo. In compenso il sole é caldissimo e la calicola opprimente!
Alle due del pomeriggio eravamo riusciti a percorrere quaranta dei settanta chilometri previsti ma il sole sulla pelle si era fatto insopportabile e la fatica pesante da sostenere. L’unica cosa saggia era nascondersi prima che la scottatura potesse dare guai seri e debilitarci a lungo. Non solo il fiume é cambiato ma anche il clima: dobbiamo tenerne conto e cambiare strategia per continuare il nostro viaggio.
Questa sera riprenderemo a pagaiare sfruttando la frescura del tramonto e domani ci alzeremo molto presto per sfruttare al meglio le ore fresche del mattino.
Sotto il sole di mezzo giorno il Po sembra un inferno fatto di caldo e monotonia, quando invece il clima si fa più piacevole il fiume risplende dei suoi colori. Mente vi scrivo, all’ombra sdraiato su una spiaggetta, mi sembra nuovamente magnifico.
Per oggi é tutto, a domani!
Davide “Birillo” Valsecchi