In effetti non sai che pensare: la pioggia ti infraccica fino alle osa poi smette all’improvviso ed il cielo si apre in un raggio di sole.
Poi la pioggia torna e ripiombi nella nebbia.
È un viaggio strano in un mondo magnifico
Un po’ in differita ma la pioggia battente e la nebbia ci davano filo tale torcere.
Eccoci alla cima del Bregagno, 2107 metri sulla costa ovest del Lario.
La foto non vi inganni, é una montagna stupenda, ricca di prati (scoscesi), acqua ed una vista magnifica (nuvole permettendo).
La salita, interminabile, si é fatta impegnativa dopo l’alpe Sumero, un alpeggio investito e quasi distrutto dalla neve.
Prati, prati e capre e finalmente la vetta.
Ad accoglierci il peggior acquazzone della giornata ma niente ci impedisce di porre la prossima bandiera dedicata da Mattia a Massimo D’Azelio.
I Flaghéé vanno avanti!
Ps: quando le nuvole si aprono é davvero magnifico qui. Aspettate il rientro per le foto dell’altra macchina e vedrete!
Confesso che il tempo inclemente e le continue pioggie ci danno filo da torcere ma lo spettacolo che offrono le nuvole tra i monti ed il lago é impareggiabile. Spero che il mio piccolo SmartPhone possa riuscire a mandarli ciò che vediamo noi qui.
Durante la notte ha piovuto ma il tetto del baittello ha retto senza nemmeno crollarci sulla testa.
Anche questa mattina pioveva e così abbiamo atteso una schiarita per metterci in marcia.
É buffo, guardando al di là del lago vediamo solo montagne che abbiamo già attraversato. Tra le nubi cerchiamo la strada fatta, la cima o il posto dove abbiamo dormito.
Nella foto, tra le nuvole, si vede la Grignetta ed il Grignone ma guardando più a sud, nella destra della foto, si vede anche il Moregallo ed i Corni.
Continua la nostra salita al Bregagno!
Grazie all’ intervento di una “flaghina” abbiamo aggirato il Pian di Spagna ed i paesini dell’ alto lago affollati di turisti stranieri.
Siamo quindi di nuovo fuori dall’abitato sulle pendici del Bregagno.
Abbiamo trovato riparo in una piccola baitella abbandonata: pare fosse un piccolo insediamento ma solo una é abbastanza sicura da “reggere”.
L’abbiamo ripulita dalle “fatte” di capra e montato al suo interno la tenda: per questa sera dovremmo essere a posto.
Dopo il Legnone ed il Legnoncino siamo entrati nei monti della costa occidentale: comincia il viaggio di rientro.
Oggi mi ha fatto molto piacere raggiungere la vetta nonostante la nebbia e mi ha fatto ancora più piacere ritrovate i ragazzi dell’alpinismo giovanile del Cai Asso ed i loro accompagnatori.
Ancora un grazie a Renzo, Alberto, Bruno, Gianina, Maurizio, Laura, Mario, Flora e Giorgio: passano gli anni per la nostra piccola sezione ci siete sempre! Grazie a tutti voi!
Buona notte, speriamo nel tempo: i Flaghéé continuano il loro viaggio
É certo più piccolo ma la vista che si gode da questa vetta a picco sul lago é magnifica.
All’ orizzonte balena uno squarcio di sole mentre ormai sono sempre meno le montagne che ci circondano e che non abbiamo ancora salito.
La bandiera questa volta é di Marco dedicata a Felice Orsini.
La nebbia era spessa ed a a avvolgeva tutta la cima. Sotto di noi fischiavano le marmotte e balenavano attraversero le schiarite una coppia di camosci.
Questa é la montagna più elevata tra quelle che si affacciano sul lago, nei suoi 2610 metri il Legnone é la piú alta del Lario.
Sulla cima, sotto la croce, ancora un po’ di neve mentre amici ed alpinisti si stringono la mano congratulandosi per la salita.
Ecco un’ altra bandiera, questa volta dedicata a Carlo Cattaneo.
Il nostro viaggio continua!