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Laura Spreafico, la promessa assese del basket femminile

Laura Spreafico, la promessa assese del basket femminile

Laura Spreafico
Laura Spreafico

Uno dei lettori più appassionati di Cima-Asso.it è il professor Mauro Longo. Mauro ha insegnato alla suola di Asso per diversi anni e, sebbene si sia traferito, è rimasto molto legato al nostro paese e ai suoi alunni.

Qualche giorno fa mi ha segnalato un articolo di  giornale sportivo interamente dedicato ad una sua ex allieva, alla giovane promessa assese del basket: Laura Spreafico.

La nostra giovane di Scarenna, classe 1991,  gioca nella squadra femminile under 19 della Comense, in serie A. La squadra  quest’anno si è classificata quarta nel campionato nazionale. Nel 2007 la squadra under 17 era riuscita addirittura a vincere lo scudetto!!

Scoprire che la mitica ala del Como è un’ atleta “nostrana” mi ha fatto immensamente piacere e, grazie a Mauro, ho avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con Laura.

Sempre di corsa tra allenamenti incessanti, gioca sia nella comense serie A che nel cantù serie B2, è una ragazza decisa ma con un grande entusiasmo. Riuscire ad impegnarsi in modo così serio a soli diciassette anni senza perdere il sorriso e l’entusiasmo della sua età è già un grande risultato.

“Il nostro gruppo è molto giovane, e penso che ci siamo meritate il raggiungimento di queste finali ed il quarto posto: frutto di un grande lavoro. Siamo tutte cresciute come carattere e dal punto di vista umano”.

Racconta che sia stato suo fratello ad introdurlo al gioco della “palla a spicchi” e che mai avrebbe pensato o sperato di ottenere cosi tante soddisfazioni da questo sport.

Io sono una schiappa in quasi tutti i giochi con la palla e non posso che essere contento che qualcuno tenga alto l’onore di Asso. Da oggi vedrò di imparare almeno le regole e tenervi informati sui risultati della nostra promessa. In bocca al lupo Laura, noi facciamo il tifo per te!!

Anno 1311: I Bravi della Valassina contro l’invasione!!

Anno 1311: I Bravi della Valassina contro l’invasione!!

I bravi della ValassinaLe vestigia dei vecchi castelli della valle spesso sono considerati ruderi di tempi andati, troppo spesso dimentichiamo che la Brianza finisce alla Cascata della Valategna, che non fummo fatti per essere mangia nebbia con il naso fisso sul libro dei conti, che il passato che ci precede è denso di storia e d’eroismo. Dimentichiamo che siamo  una popolazione che ha saputo difendere nel tempo la propria terra, i monti che dominano la terrazza lagustre più famosa al mondo, il nostro Lario di cui la Valassina  ne è il cuore.

E quando questo avviene conviene riaprire il libro per sfogliarne le pagine. Il libro è indubbiamente “Memorie storiche della Valassina” scritto nel 1796 da {it:Carlo Mazza} , prevosto della Pieve di Asso:

Anno 1311 – In quest’anno, come rileviamo dal proclama di scomunica contro {it:Matteo_I_Visconti|Matteo Visconte} , la Valassina e tutte le altre terre furono, da Matteo, date in preda e dominio ai vari capitani e parenti, nonostanti le promesse che quell’ipocrita aveva giurate al predetto Arcivescovo Cassone Toriani, in faccia all’Imperatorie, di rispettare per sempre i di lui possessi.

L’invasore della Valassina fu {it:Facciolo della Pusterla}, Milanese, uomo guerriero e feroce che, dopo due anni restò prigioniero dei Torriani nella battaglai data presso il Tesinello. Costui con un corpo di truppe datagli da Matteo, si portò in Valassina per prendervi possesso; ma – trovandovi armati gli abitanti che gli fecero valida resistenza – mise a rubba ed incedio solo quelle nostre terre che non trovò ben presidiate.

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Asso, frammenti di Medioevo

Asso, frammenti di Medioevo

Contrada Boara Asso“Le tortuose stradine di Asso con le loro ripide salite e il loro selciato sdrucciolevole”
Asso era una terra antica dai tratti mediovali forti. Così la vedeva {it:Sthendhal} nel 1818 e così si mostra ancora oggi, con le stimmate medievali impresse nelle stradine, nei vicoli, nello stesso impianto urbanistico dettato dalle proiezioni del castello e della concentrazione delle case forti disposte attorno ad un nucleo centrale del vecchio borgo medioevale.

“A chi ha l’anima sensibile al bello pittoresco, suol piacere tutto l’insieme di questa veduta.”
{it:Calro Mazza} così descriveva Asso nel 1796. Le parole erano dettate indubbiamente dal suo amore per il proprio paese ma anche dalla forte suggestione di un “chiaroscuro d’un ben inteso quadro di prospettiva”, ravvivato dai monti,dal fiume delle “terre che si scorgono in lontananza”.

“Le tre Torri che si ergono nel sito più eminente del Borgo, il letto del fiume, il ponte, le case civili frammezzano alle rustiche, le due terre di Pagnano e Fraino a lui sovrastanti, l’elevate e visibili pianure di Gemù e di Caglio e le terre che si scorgono in lontananza, avvivano e fanno il chiaroscuro di un ben inteso quadro di prospettiva”. ( {it:Carlo_Mazza|C.Mazza} )

L’antico Borgo di Asso è un vero inno all’identità del luogo.
“Dopo un insensibile salita s’affaccia l’antico Borgo di Asso, teatralmente fabbricato sul pendio d’un monte alle cui falde scorre il Lambro”. ( {it:Carlo_Mazza|C.Mazza} )
Si può ipotizzare che “l’antica mura di Asso scendesse dal Castello verso S.Giuseppe, abbracciando la piazza del mercato (e il suddetto mulino e Fondo) salendo fino al Ceppo Rosso attorno alla Casa Locatelli e Prepositurale (la quale fu poi rifrabbricata sulla stessa mura), fino a congiungersi nuovamente al Castello verso Levante” . ( {it:Carlo_Mazza|C.Mazza} )

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Il borgo di Asso tra torri e castelli

Il borgo di Asso tra torri e castelli

Castello di AssoL’abitato di Asso sorge all’interno del Triangolo Lariano e per la sua particolare posizione strategica fù,  nel periodo romano, sede principale del {it:Pagus} e, successivamente, {it:Pieve} Cristiana. Tra le testimonianze archeologiche è da sottolineare la presenza di un antico tracciato stradale romano che giungeva fino a Bellagio.

Secondo gli storici Asso fù, in passato, prima villaggio {it:celtico}, poi colonia romana e, nel tardo medioevo, un importante borgo fortificato cintato da mura. Nelle antiche mappe del catasto Teresiano è possibile vedere con una certa precisione l’originaria disposizione delle mura del castello che scendevano sul lato occidentale fino a lambire il borgo medioevale.

L’antico castello era molto più imponente di come lo vediamo oggi e faceva parte di quelle costruzioni difensive sorte al confine tra l’area milanese e quella comasca. Il castello si ergeva su un ceppo roccioso alla confluenza delle due valli, la Valassina e la Valbrona. Mantenne per diverso tempo le sue funzioni di presidio ospitando anche guarnigioni militari. Si presentava con una grande corte dove sorgeva lateralmente l’imponente torre, l’antico mastio, alto ventun metri, largo otto e con uno spessore di oltre due metri. Era inoltre circondato da torri e mura ed ospitava edifici per i militari e civili, stalle, magazzini, fienili e l’immancabile pozzo.

Il castello rischiò più volte di essere distrutto, in particolare nel 1555, quando gli spagnoli ordinarono la demolizione di tutti i castelli presenti in Valassina. La decisione dell’abbattimento venne motivata a causa dei costi elevati di manutenzione che questi edifici richiedevano, ma anche perchè ritenuti pericolosi nel caso fossero stati occupati dal nemico. Il castello di Asso si salvò dalla distruzione per merito dei cittadini che si opposero energicamente alla demolizione, sottolineando soprattutto la funzione difensiva che i castelli avevano nel Ducato di Milano, successivamente anche gli abitanti della Valassina decisero di mantenere integri gli edifici e di riparare e presidiare a loro spese tutte le fortificazioni presenti nel territorio.

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