“Chi cammina sulla neve non può nascondere il suo passaggio.” Il sole illumina ogni cosa come non accadeva da giorni. Dopo la grande nevicata di fine anno è la prima volta che vedo il cielo brillare di questo azzurro intenso sul bianco che avvolge ogni cosa. Il mondo sembra “normale”, o forse è semplicemente incurante, come sempre. Un tempo erano importanti i giorni della settimana, dal Lunedì alla Domenica. I giorni del mese, dal primo fino al giorno di paga. Poi giusto quelli che restano fino all’inizio del mese successivo. Già, i mesi, divisi di quattro in quattro con le stagioni a scandire il viaggio della Terra attorno al Sole. Le stelle si fondono con le minute faccende umane e danno vita a queste complesse e complicate convenzioni. Elaborato tentativo di governare un mondo che, anche in un azzurro splendente come oggi, ci ignora tra il divertito ed il fastidiato. “Di che colore è oggi?”. Un’infrastruttura digitale avvolge il pianeta dando vita ad una specie di telepatia condivisa… ma io non riesco mai a capire di che “colore” siamo oggi.
Forse è venerdì, credo sia venerdì, quindi questa sera niente spazzatura in ciabatte e mascherina giù in strada. In fondo è già qualcosa. Quello che conta davvero, mentre la nebbia si dirada dalla mia mente, è che siamo “gialli”. Già, oggi chi non lavora può varcare la soglia del proprio comune avventurandosi verso le meraviglie imbiancate delle montagne. Devo svegliarmi, svegliami in fretta, devo portare la nana all’asilo. Accendere il Subaru, aprire quella dannata portiera che, gelata, non si apre da giorni. Devo sbrigarmi. Oggi è “giallo” ed il buon Krulak, che è un mangia-colla di Cantù, ha preso appositamente ferie per andare a camminare insieme. Ha preso ferie perchè il week-end torniamo arancioni e poi chissà quando avrà più occasione di tornare in montagna. Devo sbrigarmi. Il Sole sorge 8 minuti prima dell’alba perchè il nostro pianeta ruota su se stesso, in senso antiorario, alla velocità di 1700 km all’ora ad una distanza dal Sole che oscilla tra i 147 ed i 152 milioni di chilometri. La velocità della luce è di 300 mila chilometri al secondo e questo significa che abbiamo 8 minuti per poltrire nel letto all’alba ed 8 minuti di “abbuono” luce prima delle tenebre al tramonto. Per un quarto d’ora al giorno siamo sospesi sul confine, al di là della luce e del buio, al di là del bene e del male. Ma se è giorno di spazzatura o è giornata “arancione” c’è gran poco da fare… Ma oggi è giallo e sono le ferie di Krulak, oggi si va in montagna: Birillo in piedi!
Sbarchiamo al cimitero di Valmadrera e prima della Chiesa di San Martino ci infiliamo su per il sentiero Lucio Vassena che rimonta il Corno Birone lungo il versante destro, orografico, della Valle del Sass Negher. Sull’altro lato della valle risale il Dario e Willy. Oggi però siamo in gita, non badiamo a spese e non centelliniamo i passi: a metà della salita attraversiamo dal Lucio Vassena al Dario e Willy sfruttando il traverso del Sentiero del Luisin. Ci infiliamo quindi nel lato buio, dove la poca luce ha conservato abbondante la neve lungo la cresta che, affacciandosi sulla Cima del Bevesco, rimonta provvidenziale oltre la grande muraglia incrostata di ghiaccio del Corno Birone. Da quelle parti, in un mondo verticale, corrono “Il Cavallo da Corsa” (1980) e “XXV O.S.A.” (1976). Osservo quella parete senza sorprendermi di come nessuno “fenomeno patagonico” abbia mai ripetuto quelle vie in invernale…
La cresta, prima del grande “traverso della scala”, non è difficile ma incrostata di neve e ghiaccio pretende attenzione e concentrazione. Nonostante tutto la “traccia” nella neve è battuta e marcata… quasi un’autostrada! Il calendario dei colori è stato particolarmente stravagante durante le festività della befana: in teoria dovrebbe esserci quasi nessuno in giro eppure, stando alle tracce che trovo sulla neve, le montagne brulicano di passi. Dal 28 ad oggi mi è capitato di batter fresca solo due volte (e la prima stava ancora nevicando!). “Chi è senza peccato scagli la prima pietra ed in montagna in montagna muover sassi è peccato a prescindere.”
Raggiungiamo la cima del Birone e poi, lemme lemme, ci tiriamo fin sulla cima del Prasanto. Lassù un signore di mezza età – potrei sbagliarmi ma sembrava svizzero – mi chiede gentilmente di scattargli una foto mentre mi passa la macchina fotografica. Un gesto semplice, quasi banale, ma è da tanto tempo, decisamente tanto, che le mie mani non “toccano” un oggetto proveniente dalle mani di uno sconosciuto. Il calendario dei colori regala anche questi strani pensieri. Daltronde Krulak è un ingegnere, uno che lavora per grandi opere ferroviarie, uno a cui fanno il tampone tutti i Lunedì mattina. Siamo qui insieme, ma ci siamo “dati di gomito” in vetta: in un tempo non troppo lontano ci saremmo stretti la mano ed abbracciati. Quando tutta questa faccenda è iniziata una ragazza, una che mi conosce bene, mi ha detto: “Tu sei la persona ideale per una situazione come questa: paranoico, psicopatico ed asociale! Hai tutti i talenti che servono ora!”. Aveva ragione, ma confesso che anche io, dopo 46 settimane, inizio ad essere decisamente infastidito da questa situazione. Ho fatto del mio meglio in questi 322 giorni, ma vedo comunque i segni che tutto questo lascia sulle persone che cerco di proteggere attorno a me. “Le difese devono reggere” e ”Reggeranno“ ma inizio a guardare con inquietudine ad est: spero che il Grigio Pellegrino sia in ritardo solo di 8 minuti…
- GANDALF: Non c’è via di scampo da quella gola. Théoden si dirige verso una trappola. È convinto di condurli alla salvezza, ma andranno incontro ad un massacro. Théoden ha una volontà forte, ma temo per lui. Temo per la sopravvivenza di Rohan. Egli avrà bisogno di te, prima della fine, Aragorn. La gente di Rohan avrà bisogno di te. Le difese devono reggere.
- ARAGORN: Reggeranno.
- GANDALF: Il Grigio Pellegrino. Così mi chiamavano. Per trecento vite degli uomini ho vagato su questa terra e ora non ho tempo. Se ho fortuna, la mia ricerca non sarà vana. Attendi il mio arrivo, alla prima luce del quinto giorno. All’alba guarda a est.
E tu cosa farai Birillo? Porterai la tua gente al Fosso di Helm sperando che l’isolamento vi protegga? Per quanto puoi resistere barricato? Quanto serve! Tu, bastardo folle, certamente… ma loro? Mmm… Bhaaa, dannazione: in questo universo siamo creature insignificanti chiamate ad affrontare incertezze sconfinate.
Giallo, arancio, rosso… Rosa! L’orizzonte si schiude sulla Est del Rosa, Himalyana muraglia che brilla oltre 110 chilometri più ad ovest. Le montagne risplendono in ogni direzione scuotendomi dai miei pensieri. “Krulak, ti va una bella gavata nella neve fresca?” Scendiamo dalla cima del Prasanto nuovamente verso il Corno Birone e poi, scartando a sinistra, ci lanciamo giù verso il Bevesco e la Ca Rotta. Qualche “duro della valle” è encomiabilmente risalito dal basso: nel bianco immacolato ci sono solo le sue solitarie impronte che affondano fin oltre il ginocchio nella neve resa polverosa dal gelo. Noi ci buttiamo giù a grandi balzi, quasi senza peso, felici come bambini!
La fontana del Tufo, il Tajasass, il Bivacco della Molinata ed ancora il Luisin. Sopra la chiesa di San Martino, riparati sotto una tettoia sgangherata in mezzo ad un prato, un gruppetto di “vecchi” – tutti diligentemente bardati con la mascherina – litiga ancora animatamente sui “carichi” che il socio avrebbe dovrebbe buttar giù a briscola. Il mondo cambia e resta immutabile, forse davvero gira su se stesso. Davanti alla chiesa un vecchietta, eroica sui ciotoli, mi chiede se c’è ancora il presepe: io però scendo dai monti, non so aiutarla. Il primo presepe della storia pare fosse italiano, realizzato da San Francesco nel 1223. Questo dice la wikipedia. Quasi ottocento anni tondi tondi… forse Bergoglio doveva darglielo più forte lo schiaffo alla cinese quella notte di San Silvestro nel lontano 2019. Oppure, visto cosa è accaduto dopo, doveva ascoltarla. Ma che importa tanto? Ci sono gli “Arrapaho” dentro il Campidoglio a Washington, i Negazionisti dell’Illinois fanno comunella con ciò che resta del carretto di Pontida, mentre Mister “se perdo lascio la politica” cerca di far cadere il Governo. Altro che far risuonare il corno Mandimartello dentro il Trombatorrione, altro che anarchici senza voto: qui son tutti pazzi!
Ciao Krulak, ci si vede quando si potrà. Mi sono piaciute le tue ferie.
Davide “Birillo” Valsecchi