La sensazione in effetti è strana e per un’istante mi incalza in modo disorientante. E’ sabato mattina, sono seduto sul cesso di casa mia e sto per andare a fare un giro in montagna. Mentre perdo tempo sul cellulare questo inizia a squillare, mi chiama mia moglie, in vacanza in con la nanerottola sulle colline in Toscana già da qualche giorno. Bruna attiva una videochiamata per mostrarmi Andrea che gioca appena sveglia. Guardo lo schermo e per un istante sono un Marines di stanza in Afghanistan, un ingegnere su una piattaforma petrolifera, un rappresentante in albergo, un padre divorziato. Avvicino la faccia allo schermo ed inizio a parlare come un babbeo cercando di capire se quella bimba, dall’altra parte, anche così riconosca chi io sia. Una sensazione davvero strana. Poi Bruna incalza “Fai attenzione! C’è l’allarme idrico arancio ovunque, sono previsti temporali molto violenti: non metterti nei guai.” Mentre la ascolto una vocina nella testa sussurra scocciata: “Di a questa femmina che siamo sopravvissuti alla strafottuta ebollizione della troposfera mentre eravamo appesi alla stradannata parete dell’Eghen: arancio è amatoriale nel nostro campionato!!” Ma quella “femmina” è mia Moglie, la Madre dei miei figli, e per rassicurarla non devo fare altro che dirle la verità. “Naa, vado a fare due passi nel bosco, lontano dai fulmini”. Tuttavia la verità con le donne spesso non basta: “Ma vai da solo?” “No, passa Krulak a prendermi tra un quarto d’ora”. “Okay”. Cerco di prepararmi un caffè ed infilare nelle zaino qualcosa che possa essermi utile. Poi, incerto sul mio equipaggiamento e sul mio stato di veglia, aspetto Krulak. La mia amicizia con lui, che di vero nome fa Nicola, è piuttosto curiosa. Quando anni fa vivevo a Milano ero diventato infatti un giocatore Hard-Core di “World of WarCaft (Wow)”, un massive multiplayer online role play game, probabilmente “il” MMORPG per eccellenza negli ultimi 15 anni. Mi ero iscritto alla beta quando ancora ero a Naja e ci ho giocato in modo assolutamente intenso dal 2004 al 2008. Ricordo otto mesi spesi, due o tre volte a settimana, con altri 40 squinternati nelle profondità di Molten Core, guidando il reparto degli Hunter, gli HuntaPowa, una specie di proto-Badgers virtuale. Ricordo il titolo di “Champion” quando, agli ordini dell’High Warlord Haizer, contrastammo lo strapotere degli Ally nei battleground di CrushRidge (noi eravamo ovviamente Horda). “Dovete giocare di squadra facendo focus sulla flag, non andare in giro a cazzo a shottare la gente uno contro uno come degli idioti. Si combatte sulla flag, si contesta ogni INC e si ascolta in TS!”. Ci pestammo così tanto e così a lungo che alla fine vollero conoscere su TeamSpeak l’unico pre-made che li costringeva a quittare i bg prima dell’apertura dei cancelli: “onore delle armi”. Ma soprattutto ricordo le notti infinite a girovagare con amici e sconosciuti nelle sconfinate e misteriose lande di Azeroth: quante storie e quante avventure in un epoca in cui YouTube quasi non esisteva ed ogni impresa diventava un racconto leggendario sui post di qualche forum. Altri tempi, altri mondi. Un anno decidemmo di organizzare un raduno di gilda e capitò che quasi 60 sconosciuti di ogni tipo ed età, che in realtà si conoscevano benissimo, si ritrovarono insieme in una piazza a Perugia. Quanti ricordi… poi i troll cominciarono a parlare napoletano, Thrall smise di essere il WarChief, la magia iniziò a sfumare ed oggi credo sia rimasto poco o nulla di ciò che era un tempo. Tuttavia Krulak, alias Nicola, era uno di questi sconosciuti amici e visto che abitava a Cantù abbiamo cominciato ad andare a camminare insieme. E’ divertente pensare che, con gli anni, le ore spese esplorando in montagna ormai superano di gran lunga quelle spese tra Kalimdor, Western Kindoms, Nothrend ed Outland. “Bhe, dove andiamo? Il meteo radar dice che a mezzo giorno arriverà il temporale!”. Anche Krulak non la smette più con sta storia della pioggia. In realtà il mio obiettivo per la giornata è solo uno: panino con bistecca di bisonte canadese cucinata al momento all’Alva. Non so perchè ma mi è rimasta in testa questa cosa dopo che venerdì, con i colleghi del lavoro, siamo andati a fare pausa pranzo in Valsassina, cercando di sfuggire alla calura di Lecco. “Andiamo al Due Mani, diamo un’occhiata ai sentieri del versante nord. Dovrebbe essere tutto nel bosco, se poi non arriva il temporale facciamo una puntata rapida e veloce fino in cima. Sulla via del ritorno panino di Bisonte!! Ma dimmi, Kru, questa volta le batterie nel GPS le hai messe?! Ti scasso se hai ancora le pile scariche!!”. Un po’ a caso siamo finiti in una frazione di Cremeno che si chiama Maggio: Due Mani da Maggio a Luglio (…sono un idiota!). La piccola frazione è davvero bellina, un sacco di prati, vista esagerata sulla valle e sulle grigne, vicinanza adeguata tanto a Lecco quanto ai panini cotti al momento sulla piastra dell’Alva. “KruKru, questo posto mi piace! Mi piace proprio!”. Abbiamo quindi imboccato un sentiero, il primo che ci si è presentato, ed abbiamo iniziato a salire con la piacevole attitudine di chi non sa dove sta andando e non se ne preoccupa. “Oddio, non sono sicuro porti al due Mani: la cima sta dall’altra parte opposta, sull’altro lato della valle… Bho, andiamo avanti!”. In realtà abbiamo chiuso un bell’anello che da Nord risale fino alla vetta e poi ridiscende lungo il crinale ovest. Abbiamo scattato un po’ di foto, ascoltato inquietanti e sinistri tuoni all’orizzonte, incontrato Caprioli e Camosci (uno di questi sorpreso molto da vicino) ed alla fine abbiamo varcato le porte dell’Alva nell’esatto momento in cui il cielo è esploso lasciando precipitare sul mondo bordate d’acqua. Così, con una birra in una mano ed un panino al Bisonte nell’altra, ho guardato divertito la pioggia compiacendomi delle mie capacità come stratega! HuntaPowa!!!
Davide “Birillo” Valsecchi
Zhulla, “HuntaPowa”, MLS – CrushRidge/Hakkar