“Forse Ondra non ha urlato sulla via, ma Madre Natura lo ha sicuramente fatto. Ai miei tempi, negli anni ’80, ad Apricot Dome, avevamo una regola non scritta: se spitti una fessura, ti tagliamo le gomme. Lo fai di nuovo, trasciniamo un sacco di patate in parete e giochiamo a “Colpisci il Bersaglio” mentre stai arrampicando. Il punto è: sapevi che ci sarebbero state conseguenze. Oggi, puoi trasmettere in diretta la video premier dei tuoi crimini mentre il mondo applaude. Cosa diavolo è successo all’arrampicata?” Questa è la parziale traduzione di un articolo in inglese inviatomi via WhatsUp da Gabriele: parla di un tizio, un tale CrustyTradDad58, che vuole togliere gli spit da una via del cecoslovacco con il collo lungo. Onestamente non so assolutamente nulla di questa faccenda e non ho assolutamente idea se sia una cosa seria o una provocazione. Tuttavia la faccenda delle patate mi aveva rubato un sorriso, così ho semplicemente risposto: ”Vabbè: severo ma giusto… Domani 8:15 da me? C’è una fessura che ci aspetta!!”
Così, sghignazzando, ci siamo ritorvati a far colazione in un baretto del centro a Valmadrera. Io, Josef, Ruggero e Gabriele. “Dove andate ragazzi?”. Ha chiesto il barista scambiandoci per gitanti forestieri. Così ho dato spago a questa sua impressione. “Facciamo due passi sulle montagnette qui dietro…” Il barista allora si ferma, si volta, mi squadra un secondo e mi risponde gentile ma deciso: “Non le chiamerei montagnette queste qua…”. Noi, tutti insieme, siamo scoppiati a ridere all’unisono: “Amico, con noi hai già vinto tutto!”
Quando arriviamo nella Due Pile Alta siamo fradici, il caldo è opprimente per essere Marzo ed abbiamo già asciugato le scorte d’acqua nonostante il rifornimento fatto al fontanino di Sambrosera. Il clima è da spiaggia e le prospettive sulla roccia torride.
Mentre il reparto “ricerca e sviluppo” conduce i propri esperimenti alla Chouinard su una piccola roccia, ho cercato un buon posto dove fare sosta alla base del torrione, non troppo distante dalla Torre Bifida. Il torrione, che abbiamo battezzato con semplicità “Quello della Fessura con l’Albero”, è caratterizzato da una larga fessura verticale che, nel punto più strapiombante, è attraversata da un vecchio ma solido albero. Alla base del torrione ho travato una piccola ma solida clessidra in cui infilare un sottile cordino per attrezzare la sosta: un ottimo presagio di buon auspicio. Mi sono messo a manovrare le corde mentre Josef iniziava la propria salita.
La via, battezzata “Optional Tree”, è probabilmente un V+/VI- se ci si affida al provvidenziale aiuto dell’albero che la custodisce, oppure VII+/VIII- se si decide di ignorarlo. Josef riferisce che lo strapiombo iniziale è più duro di quello di Birillo’s Crack, lo sforzo è più intenso ma più breve. La terrificante continuità di Birillo’s Crack resta però ancora insuperata.
Nota sulla Moregallo Natural Climbing Area: negli ultimi 4 anni abbiamo aperto più o meno 15 vie (…purtroppo si può arrampicare per lo più solo nei periodi invernali senza neve) ed abbiamo lasciato in via qualcosa come 6/8 chiodi da arrampicata. Il nostro obiettivo futuro, dopo una lunga riflessione, è rimuovere buona parte di questi chiodi lasciandone probabilmente solo uno o due, quelli che già in passato non abbiamo estratto per non rovinare la roccia. Vogliamo ulteriormente sforzarci nel limitare al massimo ogni segno di passaggio umano. Quindi, se volete giocare da queste parti, dovrete adeguarvi a questa linea di condotta con la consapevolezza che ogni vostra salita sarà completamente indipendente e probabilmente unica.
Davide “Birillo” Valsecchi