La Libertà, come l’Amore, sanno regalare occhi nuovi: forse è per questo che ora riusciamo a vedere quello che è stato “nascosto” sotto gli occhi di tutti tanto a lungo. Sul versante Sud del Moregallo, risalendo da Sambrosera, si supera l’attacco della Crestina OSA e ci si addentra nella valle due Pile: uno straordinario scenario di pinnacoli e guglie che risale verso la grande muraglia dell’Anticima Nord Est.
In questa zona, che noi Badgers abbiamo battezzato “Moregallo NoSpit Zone”, stiamo realizzando nuove salite “esplorando”, nel senso più vero del termine, la natura verticale di quello scenario tanto affascinante. “La Libera Esplorativa è una tipologia di arrampicata che nel suo tragitto esprime una metafora essenziale: è un movimento effimero che davanti a sè non ha tracce e dietro di sè lascia solo testimonianze sfumate”. Questa è la definizione di Ivan Guerini da cui trae ispirazione la nostra arrampicata libera.
Ricordo bene le prime salite dei Badgers, in particolare la primissima allo scoglio di Arianna: senza adeguata esperienza o attrezzatura cercavamo di arrangiarci alla meglio attrezzando soste sugli alberi ed arrampicando con la corda dall’alto. Poi alla nostra piccola avventura si è unito Giuseppe “Josef” Prina e grazie al suo aiuto ed al suo talento la nostra piccola squadra ha fatto un clamoroso passo in avanti, aprendo vie all’epoca nemmeno immaginabili.
Josef, TeoBrex e Birillo: sabato la squadra era di nuovo nella “Valle” e, dopo i consueti 900 metri di dislivello con il materiale in spalla, eravamo pronti ad esplorare una nuova struttura rocciosa che, entro sera, avremmo battezzato “Pillar of the Guru”, Pilastro del Guru.
Il pilastro è appena sopra il sentiero che dalla Crestina Osa permette di ricongiungersi a quello che porta alla Bocchetta di Sambrosera evitanto l’ultimo salto roccioso della cresta. Non svetta sul pendio in modo imperioso come lo “Scoglio dei Tassi” ma, ad un osservatore attento, offre passaggi in placca assolutamente inconsueti per la roccia del Moregallo. Due lunghezze di corda per uno straordinario “assaggio” dell’arrampicata su placca. Il primo tiro permette infatti di sfruttare lo spigolo e solidi appigli per lavorare in appoggio e progredire proteggendosi a friend. Al termini del tiro si piazza una sosta su fettuccie e, volendo, si può tranquillamente uscire sul canale erboso adiacente.
Il secondo tiro invece diviene decisamente più tecnico offrendo una placca piena e verticale tutta da capire. Per godere tutta la lunghezza della placca è possibile posizionare un friend in alto a destra per poi abbassarsi a sinistra verso il vuoto. Josef era assolutamente entusiasta per quel passaggio e, mentre lo risaliva, ci spiegava i piccoli movimenti con cui riposizionava il proprio equilibrio permettendogli di salire.
Josef è un maestro di Yoga e tiene corsi dedicati all’arrampicata libera, focalizzati proprio sull’equilibrio e sulla respirazione. Quel passaggio di placca sembrava fatto apposta per mostrarci i principi del “movimento yogico” in parete (…da cui il nome della via).
I primi movimenti sono davvero molto tecnici ed impegnativi ma permettono di riaggiungere una solita maniglia a cui io e Teo ci siamo aggrappati come un salvagente sulla superficie di un mare in tempesta! Fessure ed una piccola ma solida clessidra permettono di piazzare sicure protezioni.
“Movimento Yogico? Movimento Illogico!” Josef imitava shignazzando la voce di Ivan “Perchè andare su una placca viva quando un metro più in là c’è un passaggio marcio di roccia fragile coperta di muschio! Illogico, altro che yogico!” Sulla destra è possibile infatti aggirare la placca per roccia tutta da valutare ma apparentemente meno impegnativa. Io, come forse Ivan, avrei strategicamente e machiavellicamente puntato verso quel passaggio anzichè avventurarmi nell’incertezza di quella strabiliante e difficile placca. Tuttavia la scelta di Josef era pero davvero azzeccata perchè, nonostante la brevità complessiva della via, quelle due placche offrono una linea tanto bella quanto instruttiva (ed impegnativa). Tutta la base del pilastro offre inoltre piccole ma interessanti possibiltà di bouldering.
Per l’amicizia (ma anche per il rispetto) che ci lega ad Ivan è quasi mandatorio menzionarlo e prenderlo affettuosamente in giro durante ogni nostra salita: vecchiaccio ti vogliamo bene!!
Ivan è il campione dell’Etica, Josef è colui che insegue l’Estetica: stiamo imparando davvero molto dal loro esempio e dalla loro amicizia! Grazie!
Davide “Birillo” Valsecchi
First Ascent of “Yogic movement” V+, at Pillar of the Guru, in the *Not Spit Zone* of Moregallo1276m, Italy
26/03/2016 – Giuseppe “Josef” Prina, Matteo “TeoBrex” Bressan, Davide “Birillo” Valsecchi – Badgers Team