Aggrappato al mio bicchiere di montenegro ascolto i racconti dei Badgers riuniti al TrueBeer. Con noi c’è anche Fabio, Ross e la piccola IPA. I ragazzi sabato sera hanno festeggiato il compleanno di Daniela e, come era prevedibile, ne hanno combinata una delle loro. Come dei babbei si sono fatti infinocchiare da una giovane ed avvenente PR e, per venti elfi a testa, hanno preso un tavolo in una discoteca fighetta di Tavernerio. Ovviamente, quando il tasso alcolico ha preso a braccetto l’ignoranza del tasso, è scattata la situazione. Mio fratello, buon sangue non mente, alle tre e mezza di notte ha infatti chiamato a casa mio padre: «Hey Pa! Per un tavolo ci hanno chiesto venti euro a testa …e siamo qui in dieci! 200 euro! Vieni giù con la jeep ed il carrettino: che con quel quello che ce l’han fatto pagare ‘sto tavolo ce lo portiamo a casa!»
50% Lord Inglesi, 50% RedNeck del Texas. Sgnignazzando pensavo a mio padre: “così è il tronco, così è il truciolo”. C’era davvero la seria possibilità che alle tre di notte il mio vecchio decidesse di essere della partita e sono quasi certo che un mezzo ghigno compiaciuto gli sia apparso sull’angolo della bocca. Comunque sia: un tavolo nuovo, con tanto di storia inclusa, sarebbe stato perfetto per la “TassoConsulta”.
Piani, racconti e progetti si mischiavamo nel cuore della domenica sera man mano che il ghiaccio si scioglieva nel mio bicchiere. Per un istante la stanchezza ha quasi il sopravvento. Sul cellulare sfoglio il “bollettino della domenica sera”: tra le sette e le nove i social network sono invasi da foto di montagne, di pareti, di scalate. Panoramiche ed autoscatti nelle posizioni più strane: al termine dei due giorni di libertà il popolo dei ribelli riversa la propria attività su internet ed io, incuriosito, mi ritrovo ad osservare le foto di posti che non conosco, scattate spesso da sconosciuti amici. “Alpinisti della domenica” si potrebbe pensare, ma in realtà il livello è decisamente alto, a volte persino invidiabile: solo l’esposizione è compulsiva e caotica.
Non ci sono quasi mai nomi, luoghi, oppure i dettagli della salita o le esperienze raccolte: prima di arrendersi all’arrivo del lunedì mattina “vomitano” frettolosamente gli scatti catturati con evidente pazienza, impegno ed attenzione durante la loro attività. Onestamente è un peccato, perchè io vorrei conoscere quelle storie, vorrei sapere di più su quei luoghi sconosciuti e sulle persone che hanno vissuto quelle fotografie. Si, è davvero un peccato che le personi si mostrino dimenticando di raccontarsi.
Così, mentre i Badgers sghignazzano, cerco di fare mente locale su quanto fatto, su quello che va annotato e registrato su “Cima”. Già, perchè alle volte ci sarebbe troppo da scrivere e troppo poco tempo per farlo. Poco importa se poi nessuno legge, se quell’interminabile pezzo, scritto a fatica al buio, stravolto e demolito, nessuno se lo fila. L’importante è che resti una traccia, un’indizio, un messaggio in una bottiglia che le onde porteranno altrove, a chi potrebbe averne bisogno. Oppure, tra qualche anno, quella bottiglia rispunterà sulla spiaggia per ricordarci chi eravamo, cosa abbiamo fatto e dove volevamo andare. Cenere e grasso animale: con la punta delle dita non facciamo altro che riversare le nostre fantasie sulle pareti della nostra grotta. Certo, richiede tempo, ma è la nostra grotta, le nostre fantasie, la nostra vita.
Martedì ero al Bianco. Mi ero ripromesso di riposare ma già Giovedì sera ero a Valbrona a fare l’asino sul pannello insieme a mio fratello. Visto l’imminente Valma Street Block (VSB: 2 Aprile 2016) il buon Andrea, ancora una volta e con infinita pazienza, ha cercato di spiegarmi le regole del Bouldering: io, come al solito, mi sono appeso dove più mi veniva comodo! (Grazie lo stesso Andrea! 😉 )
Venerdì pomeriggio, dopo il lavoro, Mattia aveva voglia di arrampicare e così siamo andati insieme alla falesia di Galbiate. Io non c’ero mai stato e continuavo a ghignare divertito da un pensiero: «Sai Mattia cosa mi ha detto Ivan l’altro giorno? “Non ha molto senso che uno arrampichi no-spit e poi vada ad allenarsi a Galbiate tra i fittoni”. Ecco, detto fatto…» In realtà la falesia era completamente deserta e, caschetto in testa, abbiamo iniziato a fare casino come sempre. Abbiamo legato tra loro vie indipendenti, attrezzato soste in catena su monotiri “allungandoli” poi a friend e fettuccie. “Qui è unto da far schifo! Traverso verso sinistra ed acchiappo quell’altro diedro più in là” “Birillo, non barare cambiando via a metà!” “Ma dai! Non ci si è mai incastrata la corda in posti impossibili e deve succedere in falesia a Galbiate?”
Tutto sommato ci siamo piuttosto divertiti! Anche noi, finalmente, abbiamo trovato lo spazzolino per la placca!
Sabato ho lasciato che fosse Bruna a pianificare la gita. Usciti di casa abbiamo puntato verso Pian Sciresa e da lì abbiamo iniziato una piccola esplorazione del Monte Barro. Era la seconda volta che andavo da quelle parti (la prima da bambino in un raduno dell’alpinismo giovanile) e confesso che quella zona offre molto più di quanto sospettassi. Ci sono placche e rocce che, all’interno di un parco naturale come quello del Barro, possono diventare interessanti per praticare no-spit o bouldering.
Domenica mattina è arrivato Josef sotto casa ed insieme siamo andati al Brioschi dall’Invernale. Dal colle di balisio 1660 m di dislivello cercando di rimanere ad un missile biondo lanciato verso la cima. Continuavo a superare gente senza mai riuscire a raggiungerlo: credo che al Brioschi mi abbia dato venti minuti buoni di distacco!!
Fortunatamente mi ha aspettato per la birra ed il pranzo.
Per le tre del pomeriggio eravamo di nuovo nel mio salotto ed altre birre si ammassavano sul tavolino. Alla nostra combricola si è poi aggiunto anche TeoBrex che, il giorno prima, aveva presenziato ad un’esercitazione del Soccorso Alpino Speleologico in quel di Bergamo. Racconti, storie, ricordi. Affondo nel mio montenegro ma non sento più i polpacci. Mattia e gli altri dello SCE avevano aperto il corso di speleologia con la consueta esercitazione pratica alle gallerie del Moregallo. Mav e Brambo erano stati ad Agrate ad arrampicare in palestra. Bruna ride contenta mentre gioca con IPA: prima o poi mi riporterà in branda…
Mav mi fissa serio: “Birillo, domani vieni a fare con gli sci un pezzo della Sella Ronda?”
Rido scuotendo la testa: “No, per fortuna domani è Lunedì: lavoro…”
Davide “Birillo” Valsecchi
Ps: …è assolutamente inaccettabile che al Brioschi, in cima alla Grigna ed in inverno, si spenda più o meno quindici euro per primo, secondo, birra, caffè ed ammazza caffè quando i locali della bassa, venti euro al colpo, imbrogliano i ventenni in cerca di gnocca propinandogli una bottiglia di gazzosino ed un “tavolo”. Giovani, andate a limonare al Brioschi: costa meno e quelle che ci arrivano hanno il culo più sodo!