La zia Cesy mi chiama al telefono: “Davide! Davide! Guarda su Rai Storia che c’è un vecchio che parla di montagna!” Accendo la televisione ed inizio a ridere “Zia, quello non è un vecchio: è Bruno Detassis!” La zia dall’altro capo ribatte: ”Mi sembra uno forte. Dai, dai, torno a vedere. Ciao!”. Il “Custode del Brenta”: un vecchio che parla di montagna.
Una volta Ivan Guerini mi ha raccontato del suo primo incontro con Detassis. La cosa divertente è che anche lui, come la zia Cesy, non aveva idea di chi fosse quel vecchio che parlava di montagna al rifugio Brentei. Si era avvicinato per fare qualche dubbiosa domanda sul loro scarso materiale ma Ivan, che nel 1979 era molto giovane, non aveva capito chi fosse. Il giorno successivo avevano risalito in 3 ore e mezza i 900 i metri del Diedro Aste al Crozzon di Brenta. Detassis durante la salita li aveva tenuti d’occhio con il canocchiale. Al ritorno non solo si era presentato ma si era persino complimentato con loro: ”Non ho mia visto nessuno arrampicare così velocemente”.
In modo quasi inaspettato dallo schermo scompare la pipa di Detassis e compare un giovanissimo Reinhold Messner. Racconta della sua giovinezza nella Val di Funes, dell’arrampicata libera, del superamento del VI° grado. Mi torna alla mente una frase di Gianni Mandelli “Ai Corni le vie sono tutte di quinto perchè all’epoca il sesto lo faceva solo Messner”. Prima di parlare di Bull, del fratello e del Nanga Parbat racconta del rapporto con quelle montagne delle sua gioventù: ”All’epoca quelle montagne erano le più grandi che avessi mai visto: sapevo tutto di loro, conoscevo ogni sasso. Non avevamo bisogno d’altro. Solo dopo, quando abbiamo avuto il bisogno di confrontarci con gli altri, abbiamo comprato una macchina per spostarci e siamo andati altrove”.
Come dare torto a Messner? Ma non tutti comprendono il fascino delle montagne di casa, la loro natura selvatica ed al contempo domestica. Quando la Zia Cesy mi ha telefonato stavo sistemando alcune foto scattate nella mia esplorazione del Versante Sud del Moregallo. In modo sistematico sto risalendo le valli ed i canali cercando di scoprire cosa si cela lontano dai sentieri battuti. Solitamente imbocco il sentiero “Paolo ed Eliana” e devio poi verso l’alto.
Paolo ed Eliana, il Cerro Torre e Detassis, Guerini e Messner. Il mondo e la storia sembrano girarmi intorno mentre tra i rovi e le ossa di Muflone esploro la mia curiosità. Davvero strano il mondo in cui mi sono ritrovato. A volte è buffo, a volte spaventoso, a volte l’unico che mi interessi.
Vi mostro quelle foto, ma fate attenzione. Sotto alcuni aspetti questa è inaspettata pornografia alpinistica!
Davide “Birillo” Valsecchi
NB: Il Moregallo, salvo rari e specifici casi, è da considerarsi una “zona no spit”. Non fatevi pizzicare con il trapano a far danni alle mie foto 😉
(Questo sopra è un video. Cliccaci sopra per vedere tutte le foto)