Io ero rientrato alle quattro di notte dalla notturna al Moregallo, Mattia aveva il turno del mattino in Croce Rossa, Boris aveva dormito nel sacco a pelo sul mio divano e Bruna doveva riposare per il turno di notte. Così, per concigliare tutti questi fattori, abbiamo deciso di trascorrere il pomeriggio del due gennaio arrampicando letteralmente dietro casa.
La leggendaria falesia di Scarenna dista meno di duecento metri in linea d’aria dall’ingresso di casa mia. Una delle più antiche e storiche palestre d’arrampicata lombarde. Ivan mi ha raccontato che una delle primissime vie tracciate (probabilmente “clessidriana”) fu aperta da Pietro Paredi, guida alpina emerita, grande amico, pioniere dei Corni ed costante ispirazione. Tutti “Badger” hanno mosso i loro primi passi sulla roccia proprio su quella via ed è bello pensare che ancora una volta siamo sulle orme di Pietro.
Purtroppo, proprio perchè antica e frequentatissima, la roccia di Scarenna è oggi untissima ed in alcuni tratti ormai levigata come ceramica. (La parte bassa di Visitor mi terrorizza ogni volta!!!) Per questi motivi sono molto affezionato alle vie sotto il 5b ma interessato poco e nulla a quelle più complesse.
Nonostante questo con Mattia abbiamo forse trovato un modo nuovo di godere della falesia a due passi da casa: arrampichiamo tutto a friend!
Le numerose fessure e clessidre permottono di sbizzarrisi in nuove linee, di sperimentare e giocare in modo completamente nuovo sulle pareti tanto familiari. Reinterpretate in questo modo appaiono ignote e tutte da riscoprire. Inoltre, essendo per natura un “bastian contrario”, traggo un profondo ed appagante compiacimento intellettuale nel fare le cose in modo “diverso”.
Dopo aver giocato un po’ sulla murata abbiamo deciso di testare un po’ il nostro grado attaccando la Via del Fico: un bellissimo diedro che si innalza sopra un tetto aggettante. L’attacco della via è putroppo assolutamente viscido e scivoloso: la roccia, ormai levigata dall’uso, trasmette sensazioni terrificanti ed i piedi pattinano cedendo all’improvviso.
Mattia voleva comunque provare a vincere il tetto iniziale ma, prima che si mettesse nei guai per qualcosa assolutamente privo di valore, sono saltato sulle spalle di Boris agganciando il rinvio al primo fittone: ”Non se ne parla nemmeno! Sto schifo lo azzeriamo per principio!”
La via è classificata come 6c ed è chiodata abbastanza lunga: per sicurezza Mattia, visto che si pattina, ha spesso integrato con friend. Dopo averla chiusa siamo stati entrambi concordi: all’epoca doveva essere una gran bella via. La chiodatura assecondava le numerose lame e prese che, nonostante il grado, permettevano la progressione. Oggi, purtroppo a malincuore, la roccia è un mezzo schifo e questo la rende fattibile ma avvero poco godibile. Davvero un peccato.
Alle quattro del pomeriggio la luce cominciava a farsi fioca e così, tornando ai nostri friend, abbiamo cominciato ad arrampicare con la frontale e le protezioni veloci. Intendiamoci: noi lo stiamo facendo come esercizio e con cognizione di causa, è davvero qualcosa che non mi sentirei di suggerire ma, ad essere onesti, è assolutamente divertente!
Falesie a Zero Magnesite e 100% Friend: chissà, potrebbe essere un nuovo inizio.
Ancora una volta Buon Anno! Ciao a tutti!
Davide “Birillo” Valsecchi