«Non è necessario spiegare l’alpinismo con il “divertimento”, non fa dei climber delle persone migliori. Io sono soltanto un tizio che vive in affitto, che controlla che nella sua merda non ci siano vermi nepalesi, che gli agenti delle tasse vorrebbero chiudere in un recinto. Peccato che io non guardi mai la TV, né mangi cibi scongelati, né possegga niente di mia proprietà. Spendo tutto quello che mi entra in compact disc, materiale fotografico e arrampicate in montagna. Ero un ragazzo senza futuro, e spero che la previsione si avveri, perché non sono il tipo che spera di arrivare alla pensione per passare le vacanze pescando. Il futuro sarà come sarà, che io abbia o meno un’assicurazione pensionistica.»
5 Agosto 2014 – Oggi è il mio compleanno e quest’anno sono 38: un bel calibro in effetti. Volenti o nolenti è un giorno di bilanci, un giorno in cui si fa il punto e si affina la rotta. Un giorno in cui si guarda indietro prima di proseguire. Con l’età è emersa una maggiore maturità? Una nuova consapevolezza? Non ho idea.
Il testo di prima è un passaggio di Mark Twight, una specie di Tylerd Durdern dell’alpinismo. Una specie di integralista anarchico alla “fight club” che ha raccolto le proprie storie in alcuni famosissimi libri come “Extreme Alpinism: Climbing Light, Fast and High” o “Kiss or Kill – Confessions of a Serial Climber”. Leggendo i suoi scritti, specialmente quelli più giovanili, vi trovo sempre curiose analogie: una vita privata sconclusionata, densa di incoerenze e follie, che sembra fare da quinta, da sfondo, al cuore della storia incentrata solo sulle montagne e l’avventura.
Bhe, cosa sono io? Un “ragazzo” senza futuro, che vive in affitto, che tiene d’occhio i postumi della malaria, che non guarda la TV e che presta poca o nulla attenzione all’operato del commercialista. Inoltre, calcolato che sono italiano, è futile se non addirittura inutile pensare alla pensione.Detto questo l’auto ritratto di Twight sembra sconvenientemente un po’ il mio.
Il problema è che Twight non mi piace, o meglio, non mi piace quest’idea che sembra dare di sé. Anzi, in senso più ampio, non sopporto affatto gli integralisti o gli estremisti sebbene, o forse proprio per questo, sia io stesso un integralista. Credo che tutto ciò sia legato all’età, ed è un aspetto piuttosto interessante.
«Non importa che tu faccia Karate o giochi a tennis, ogni disciplina racchiude in sé la “via”» Questo è quello che mi disse il mio Maestro quando ero sbarbatello. A distanza di anni l’alpinismo si è dimostrato un’enorme e mastodontica lente di ingrandimento con cui osservare la “via”.
Dal modo in cui una persona interpreta l’alpinismo si capisce molto su di lui e sulla sua visione della “via”. Se riguardiamo la storia dell’alpinismo ci accorgiamo che i “grandi” sono stati coloro che, oltre ad aver superato l’ostacolo, hanno saputo proporre una “visione” nuova. Ecco: in un certo senso Twight è il capostipite di una di queste visioni e, tra l’altro, quella che sembra più diffusa o “figa” al momento.
Certo, lo ammetto, tutto questo discorso può sembrare sconclusionato come alcuni dei vaneggiamenti di Twight, tuttavia credo possa essere di “conforto” a chi sia in grado di apprezzarne il senso e condividerne l’inquetudine. In fondo, a differenza di Twight, io non ho interesse (o presunto tale) ad insultare il vostro stile di vita se non siete in grado di comprendere il mio. Forse è anche per questo che i miei libri sono gratuiti ed i suoi no: la gentilezza non paga mai…
In modo rispettoso mi viene da sorridere perchè alcuni di questi scritti mi ricordano quella barzelletta inglese in cui un tipo urla “Siate Anarchici” ed un altro gli risponde “Hey Tu! Non dirmi cosa devo fare!”. No, sebbene con imbarazzo assomigli a Twight, oggi non vorrei essere come lui. Forse perché qualcosa nel mio atteggiamento ribelle è cambiato, perché alcune spinte hanno conservato la forza ma i vettori sono mutati: credo che nemmeno questa volta la geometria e la matematica aiuteranno a far quadrare il mio cerchio.
A chi vorrei assomigliare? Bhe, lo confesso, quello che mi piace davvero è Cassin, ma forse vi stupirà il perché e soprattutto a “quale” Cassin mi riferisca. Quello che mi affascina maggiormente non è il Cassin delle grandi imprese, lo straordinario alpinista celebre in tutto il mondo. Non invidio la tecnica, la forza o il coraggio che lo hanno contraddistinto fin dagli albori. In fondo se confrontiamo Cassin nella sua prima giovanile e scriteriata avventura sul Medale con il Boga o nella sua prima al Badile possiamo ritrovare parte dell’integralismo spericolato che contraddistingue Twight. “Bisogna essere più forti della tempesta”, ogni generazione ha il suo modo di essere ribelle e rivoluzionaria.
No, il Cassin che mi affascina è quello del McKinley, l’uomo che all’età di 52 anni raccoglie un gruppo di cinque giovani, all’epoca già fortissimi, e li conduce in una prima assoluta in Alaska. L’uomo che conduce tutti fino alla cima, “O tutti o nessuno”, e che guida la discesa coordinando tutto il gruppo affinchè supporti Jack Canali ai cui erano congelate le dita dei piedi. “O tutti o nessuno”. L’etica e la forza di questo gruppo brilla se pensiamo al cinismo alpinistico, a ciò che solo sei anni prima fecero a Bonatti sul K2, una spedizione da cui Cassin fu volutamente escluso.
Forse sto davvero invecchiando perché ogni successo personale mi sembra insignificante al confronto di una tale corale grandezza. Non c’è più la ricerca di qualcosa che metta a dura prova i proprio limiti, la grande difficoltà da esibire, bensì la ricerca di qualcosa che abbia un senso più profondo, che abbia un valore che superi l’egocentrismo e la vanità diventando realtà da condividere.
Sì, sto davvero invecchiando. Ma forse è questo il senso della maturità: comportarsi come Twight sperando di assomigliare un giorno a Cassin. Poi chissà, magari sarò fortunato. I Corni saranno davvero l’apice della mia vita alpinistica e, come Bonatti, lascierò corda e chiodi per avventurarmi in viaggi esotici accompagnato da una donna che mi ama. Non so, la vita è un libro tutto da scrivere. Buon Compleanno Birillo!
Davide “Birillo” Valsecchi
It’s my birthday and I’ll do what I want to!
F*ck you it’s my birthday.
A special holiday only for me, so do what I say!
F*ck you, it’s not your birthday, so do what I say!
For 24 hours your wishing me well
364 days I’m in hell, Oh well.
Happy Birthday to me.