Bruna è convinta la porti in vacanza, tuttavia la quantità di materiale tecnico ammassato nella “stanza del pericolo” e pronto per essere imbarcato sul Subaru avrebbe dovuto metterla in allerta: la destinazione ancora una volta è la Carnia ed il massiccio del Coglians, la grande frontiera.
Quando eravamo piccoli per arrivare a Forni Avoltri impiegavamo quasi dodici ore: i miei genitori attaccavano alla Fiat127 bianca il carello da traino e trasformavano il retro dell’auto in una specie di “nido” dove noi bambini potessimo dormire o giocare durante il lungo viaggio.
Oggi, grazie alle autostrade, in poco meno di cinque ore si può comodamente arrivare a destinazione. Tuttavia vorreste privare la giovane bergamasca di una nostalgica avventura attraverso tre quarti dell’arco alpino più famoso del mondo? Quindi apriamo la cartina e facciamo la rotta!
StepOne: Lecco. Questa è la città dove sono “fisicamente” nato e di cui, grazie anche al lavoro, ne sto scoprendo la grande bellezza. Lago, montagne, storia ed alpinismo: direi che è un ottimo punto di partenza!
Quindi una “promenade” lungo le sponde orientali del lago e poi un’incursione attraverso tutta la Valtellina. «Amore quella è la nord del Legnone, mentre a destra abbiamo le Orobie del tuo amico Agazzi, a sinistra il Badile ed il Bernina». Morbegno, Sondrio, Sondalo e Bormio.
«Paperella, ti danno fastidio le curve?» Gomme da neve e 4×4 permanente per affrontare la strada che sale dal versante di Bormio e si snoda su 34 tornanti lungo i 22 km che portano in vetta al Passo dello Stelvio attraversando l’imponente Valle del Braulio. Il passo è aperto ma la webcam ricorda quanto la quota di 2758m (più delle Grigne e del Coglians) non sia ancora da sottovalutare!
Lasciatosi alle spalle Il Gran Zebrù, l’Ortles, ed il parco nazionale dello Stevio ci si avventura in Trentino Alto Adige in viaggio nei territori quasi ignoti (per me) di Merano, Vipiteno, Bressanone e Brunico. «Hey Bru, guardati in giro che qui conosco poco e nulla!»
Le poche volte che ho fatto questa strada era di notte ed il paesaggio era un oceano scuro costellato di mele (che si coglievano allungano la mano dal finestrino!!). Una volta, nel cuore del buio, all’improvviso mi sono ritrovato davanti ai fari della Jeep un’enorme cervo maschio: credo di non aver mai più fatto in vita mia una stridente frenata di traverso a ruote bloccate come quella fatta quella notte! (porca vacca!!)
Poi Dolomiti, Dolomiti, Dolomiti! Dobiaco, San Candido e Santo Stefano di Cadore. «Tesoro mi porti a Cortina?» Manco per sogno! Cortina è un aberrazione pagana nel cuore di uno dei tempio dell’alpinismo prostituito al denaro: solo il fuoco o la peste potrebbero purificare quella landa infestata da “bauscia”, tette rifatte e SUV! Le tre cime di Lavaredo noi che le guardiamo da dietro!
E finalmente Sappada, “plan de strios” e quindi Forni Avoltri. Questo è il piano!
(Si accettano suggerimenti!)
Davide “Birillo” Valsecchi