I ragazzi della Squadra in questo periodo sono impegnati con il corso d’alpinismo della Scuola Alta Brianza e per questo le occasioni per andare in giro insieme vanno colte al volo. Visto che ancora non eravamo riusciti a percorrere insieme la ferrata del Venticinquennale abbiamo iniziato il nostro mini-tour proprio da lì.
Mav e Andrea se la sono cavata benone sulle placche del Corno Occidentale ma, essendo un sabato mattina di sole, era inevitabile l’affollamento e qualche pausa forzata. All’attacco del tratto finale ci stacchiamo e sostiamo, al sicuro, all’uscita del quarto tiro di “Valbrona89”. Sulla placca finale, alla faccia della sicurezza, erano incrodati ed appesi sei escursionisti in meno di quattro metri di spazio: «Bagai, le distanze in ferrata sono la prima regola! Se parte il primo birlano a basso tutti: milanesi in cerca di guai…»
Abbiamo aspettato che lo “spot” si liberasse ed abbiamo chiuso la nostra ferrata. Una volta in cresta ho portato i ragazzi a vedere la grotta del “Passo della Vacca” che domina il “Camino Gandin”: quella era solo la prima delle grotte che intendevo loro mostrare.
Sulla cima del Corno Occidentale abbiamo dovuto scartare il “caminetto” perché intasato di gente che saliva e scendeva. Per evitare guai e code siamo scesi lungo la variante che sfrutta il breve camino sul lato Est.
Una volta alla Coletta abbiamo puntato verso il versante Sud del Corno Centrale e la Torre Desio.
Il cuore sud del Corno Centrale è davvero un posto affascinante. La base della parete è infatti sagomata da ampie grotte che, rientrando, danno origine ad ampi tetti che caratterizzano l’attacco di quasi tutte le vie.
Questa serie di grotte corre come un’onda dalla torre Desio fino allo spigolo oltre la Corvara, poi la roccia torna più regolare risalendo fino ad insenatura più grande dove, per via di un masso enorme, vi sono una serie di stretti cunicoli più piccoli.
«Dentro gente! Dentro!!» Costringere i miei due compagni, due ragazzoni di quasi di due metri, infilarsi negli stretti cunicoli è stato quasi un atto di nonnismo!
Le cronache riportano che Masciari Vittorio, nell’inverno del 1967, tracciò in solitaria una via invernale attraverso quelle insenature. Di quel tracciato esiste solo la descrizione dell’autore che, per certi versi, conferma la mia convinzione che quel canale esposto a Sud ma costantemente all’ombra possa riservare più di un piacevole sorpresa con la neve in condizioni (verificheremo il prossimo inverno!)
Il sentiero poi attraversa la scoscesa valletta innalzandosi lungo un’obliqua cengia rocciosa che raggiunge la cresta opposta da cui, attraverso spiazzi erbosi si raggiunge il sentiero che da Est risale alla cima del Corno Centrale.
Ero stato in quella zona la settimana prima con Mattia e quindi ne ho approfittato per completare l’esplorarazione con i miei soci più giovani. Il sentiero praticamente non è tracciato ma non è particolarmente impegnativo sebbene vada da considerarsi un EE (EscursionistiEsperti)
Alla fine del nostro Tour abbiamo riparato alla SEV dove amici, birra e chiacchiere di montagna hanno concluso egreggiamente la giornata!
Cya in tha pit!!
Davide “Birillo” Valsecchi