Come ogni anno i membri più esperti della sezione del Cai-Asso si mettono a disposizione di chi vuole avvicinarsi alla montagna organizzando delle escursioni propedeutiche orientate sopratutto alla progressione in ferrata. Diversamente dal passato quest’anno è venuta meno la collaborazione tra la sezione Cai di Asso e quella dei nostri cugini Canzesi: il Cai Canzo ha infatti deciso di organizzarsi in modo indipendente e, onestamente, nessuno di noi ha ben capito perché si sia voluto rompere una tradizione tanto positiva.
Sapete benissimo quanto sia legato ai Corni di Canzo e come mio nonno, Luigi “Smilzega” Paredi, sia stato un membro storico ed fondante della sezione canzese. Questo fa di me una specie di “mezzo-sangue” ed essendo uno dei due Vice Presidenti della compagine assese posso assicurare che da questo lato della Vallategna c’è stata sorpresa, forse disappunto ma soprattutto rammarico per quello che sembra il riaffiorare di logiche degne di “Gusuni e Spazzapulee”, logiche che sembravano felicemente superate.
L’unica cosa che mi rincuora è che entrambi i gruppi contano una quindicina di partecipanti e questo, visto che entrambe le sezioni vantano competenze ed esperienze tecniche di prestigio, significa che il nostro territorio si sta arricchendo di una trentina di aspiranti alpinisti ben preparati. Molto bene, soprattutto perché tra questi vi sono molti giovani e questo è sicuramente un aspetto positivo.
I nostri cugini Canzesi escono il Sabato ed hanno già affrontato la ferrata della Gamma1 e del Corno Rat. Noi Assesi invece siamo di scena la Domenica: dopo una prima serata teorica, a cui hanno presenziato anche i presidenti delle sezioni di Caslino e Merone, anche noi oggi abbiamo affrontato finalmente un’uscita sul campo.
Con mi grande gioia la prima escursione aveva come meta i Corni di Canzo: essendo molti dei partecipanti alle prime armi abbiamo deciso di “giocare in casa”. La scelta si è dimostrata particolarmente azzeccata perché il tempo avverso ha imposto rapidi e dinamici cambi di programma.
Giunti a piedi a Pianezzo era ormai evidente che il cattivo tempo e la sottile ma fitta pioggerellina avevano reso impraticabile e pericolosa la ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale. Tuttavia, proprio perché eravamo “in casa”, le opzioni a nostra disposizione erano molteplici e tutte da sfruttare.
Dapprima il gruppo ha reso omaggio alla magnifica parete Fasana su cui quest’anno la nostra sezione ha ripetuto le storiche vie “Fasana”, “Criss” ed “Attilio Piacco”. Poi, indossati caschi ed imbraghi, si è effettuata la risalita da nord della spaccatura al Pilastrello, uno degli angoli più suggestivi e “segreti” della montagna.
Per i partecipanti, rigorosamente in sicurezza, è stata l’occasione per sperimentare qualche manovra di corda e la complessità di una salita su roccia in condizioni di bagnato: ”Quando la roccia la sbrisigha devi starci all’occhio!!”.
Visto che il gruppo si è dimostrato solido e ben motivato, nonostante la pioggerellina battente abbiamo dato l’assalto al Corno Centrale superando il primo tratto attrezzato con catene e la successiva risalita in cresta che corre lungo gli oltre 110 metri di salto nel vuoto della parete Fasana (un tracciato EE). Nonostante la nebbia, il vento e la pioggia tutti i partecipanti, con lodevole entusiasmo, hanno seguito disciplinati le indicazioni dei più esperti raggiungendo la vetta e la croce di cima.
Dopo una suggestiva foto di gruppo abbiamo steso delle corde fisse sulle calate invernali del versante occidentale sperimentando come effettuare una discesa attrezzata in sicurezza. Quel tratto, che ho percorso spesso anche con la neve, è piuttosto esposto e per niente banale in discesa, specie se bagnato. Tuttavia la squadra, ricordo composta da neofiti, non si è affatto lasciata intimorire ed ha affrontato la discesa con spirito e presenza: bravi!
Casco, imbrago, mantellina e zaini ci siamo abbassati fino al rifugio della Società Escursionisti Valmadresi (SEV). Sul prato di Pianezzo si è alzato il vento e le foglie hanno cominciato a volare e danzare regalandoci una degna e suggestiva conclusione alla nostra escursione.
Al rifugio è stata festa vera. Riempite due tavolate ho iniziato a affettare il chilo di pancetta con cui mio papà ha omaggiato il gruppo:tutti calorosamente ringraziano! Giovani e Veterani (con noi c’erano anche pezzi da novanta e guide alpine emerite) hanno trascorso un paio di piacevoli ore chiacchierando di montagna dietro un bicchiere di vino ed un piatto caldo.
Sulla ferrata del venticinquennale ci sono stato innumerevoli volte, con la neve, con il sole, in notturna, con la grandine e qualche volta anche di corsa con le saette all’orizzonte. Sicuramente è stato un peccato non poterla percorrere, tuttavia credo i Corni ed il tempo avverso oggi abbiamo offerto ai neofiti un’esperienza alpinistica decisamente più formante ed istruttiva. Credo che ognuno di loro oggi abbia imparato molto sulla montagna.
Sono davvero soddisfatto della giornata e credo che questo valga per tutti i partecipanti. Faccio i miei compliementi a Franco Bramani, amico e presidente della sezione, e a Renzo Zappa, amico e più volte presidente, per la magnifica giornata a cui hanno saputo dare vita: i nostri “vecchiacci” sono sempre le nostre colonne portanti!! Un grazie anche a tutti quelli che oggi si sono dati da fare per dar una mano 😉
Quindi davvero molto bene: bravi tutti ed alla prossima!!
Davide “Birillo” Valsecchi