Ormai mi conoscono e non si stupiscono più se mi presento ad una riunione con l’amministratore delegato indossando gli scarponi ed i vestiti da montagna. Ormai lo sanno, quasi li diverte. Il patto è semplice ed è sempre lo stesso: Io risolvo i loro problemi, loro evitano di crearne a me.
La riunione era alle dieci, alle dieci e quaranta era già finito tutto in una stretta di mano: due mesi per risolvere una “rogna” in completa autonomia (che significa “in montagna quando mi pare”). Cinque minuti dopo ero per le vie di Lecco con lo zaino in spalla: «Per oggi si è fatta giornata, Birillo. Torniamocene a casa.»
A volte tu mangi l’orso e a volte è l’orso a mangiare te. Non va sempre così di lusso ma, quando accade, vale la pena godersela un po’. Quello che è sicuro è quanto Lecco, città bellissima, sia davvero mal servita dai mezzi pubblici per chi, come me, è un pedone della Vallassina. L’opzione migliore, almeno dal mio punto di vista, era tornarsene a casa a piedi attraverso le montagne.
La giornata era una tra le poche che in questo sventurato mese di Maggio hanno goduto del calore e del conforto del sole. Così, di buona lena, mi sono messo in viaggio.
Superato il ponte di Lecco mi sono infilato attraverso Malgrate e,“navigando” a vista, mi sono avvicinato alle pendici del Moregallo in cerca del sentiero che conduce al Sasso Preguda. Il cielo era azzurro e il vento spazzava le nuvole: ero davvero fortunato.
Dal Sasso Preguda ho continuato a salire lungo il crinale fino alla cima del Moregallo e da lì ho attraversato il giogo delle Moregge risalendo verso il Pilastrello e la base del Corno Centrale. A fine giornata avevo in lista il Moregallo dal lago e la traversata dei tre Corni. Non male per un “dopo-lavoro” verso casa.
Davide “Birillo” Valsecchi
[NB. le foto sono state scattate prima di quest’incedibile nevicata del 29 Maggio 2013]
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