«Domenica? Beh, domenica ai Corni! Siamo o non siamo i “Local People”?» Così i o e Fabrizio ci siamo incamminati per i Prati di Pianezzo, in cima ai Corni di Canzo. Con noi anche un “socio” quasi nuovo: Gasko infatti è stato con me al corso speleo ed è il primo a visitare la nostra “segretissima” grotta del Sindaco dei Corni.
La giornata era finalmente illuminata da un sole primaverile e nonostante i nostri zaini fossero stracarichi di attrezzatura è stato davvero piacevole sentire finalmente il “caldo”.
Alla SEV abbiamo incontrato Angelo, lo storico capo-spedizione di gran parte delle avventure extraeuropee che il Cai-Asso ha condotto negli anni ’90. Angelo giudò anche la fortunata spedizione a cui ho preso parte e che conquistò e battezzo la vetta di 5100 metri che porta ancora oggi il nome di CIMA ASSO. «E’ bello incontrarsi ai Corni!»
Dopo un rapido giro turistico del Corno Centrale abbiamo raggiunto la grotta. Gasko ha fatto una prima esplorazione del ramo “dispensa” che abbiamo aperto con fatica la scorsa settimana. Poca roba: 4 o 5 metri di cunicolo ma guadagnati palmo a palmo!
Insieme abbiamo cominciato a scavare, sempre in spazzi ristrettissimi, anche il secondo ramo: dopo quattro ore sdraiati a terra con una paletta da giardinaggio siamo finalmente riusciti a liberare il passaggio inoltrandoci nel cunicolo che, purtroppo, si arresta dopo 6 o 7 metri oltre una brusca curva a gomito che tanto ci aveva fatto sperare.
L’esplorazione de “La grotta del Sindaco dei Corni” si può dire quindi conclusa. Probabilmente è una delle più ampie presenti nella dolomia dei Corni ma, speleologicamente parlando, è davvero piccina. Resta solo un ramo esterno da verificare.
Visto che Gasko era l’unico di noi tre che fumasse la sua presenza ci ha permesso di effettuare la prova della sigaretta. Tenendo in mano una sigaretta abbiamo infilato il braccio nella fessura del cunicolo iniziale del ramo esterno osservandone il fumo: due ampie spirali sfilavano verso l’esterno mentre la sigaretta si è lentamente consumata in un totem di cenere. «Tirare tira! Anzi: soffia!»
Di scavare oltre non se ne parlava nemmeno e così, smesse le infangate tute speleo, ci siamo infilati nella fessura del Pilastrello per arrampicare un po’ sul Pilastro Maggiore. Il nostro Gasko, come è usanza per chi visita per la prima volta la fessura, ha dovuto impegnarsi nella foto celebrativa in opposizione sotto il masso sospeso! Bravo Gasko!