Esplorazioni tra la nebbia

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«Giretto sul lato occidentale del Grignone?» Questa era l’innocente proposta con cui ho convinto Fabrizio ad accompagnarmi oltre il lago. Alle otto, mezzo addormentato, varca la porta di casa mia. Io, segretamente sveglio da meno di 5 minuti, faccio il brillante preparando il caffè mentre sistemo sul fondo dello zaino corda e ramponi. Un’ora dopo siamo a Rongio, ultima frazione di Mandello del Lario sotto le bastionate della Grigna Settentrionale.

A destra lo Zucco Manavello (1120m), a sinistra lo Zucco Sileggio (1373) e davanti a noi, inghiottito dalla nebbia, sua maestà il Sasso Cavallo (1920m) domina la val Meria mentre alle sue spalle, lassù dove lo sgurado non riesce a spingersi, giganteggia la vetta del Grignone (2409m).

Il tempo è incerto, minaccia pioggia. Imbocchiamo la comoda mulattiera del sentiero n° 14 raggiungendo il “ponte di ferro”: da lì in poi si prosegue su un ripido selciato a tornanti che sale verso l’alto come una dura penitenza. Il tempo cambia ancora e quella che prima era una leggera pioggerellina ora è una rada nevicata che rafforza con intensità mentre saliamo.

Quando raggiungiamo la Grotta Ferrara (grotta dell’acqua bianca) inizia a nevicare davvero forte. Sorpresi dalla grandezza della volta d’ingresso ci infiliamo in quell’oscurità armati solo delle nostre piccole torce frontali. La grotta si sviluppa in quasi 150 metri di lunghezza, 50 di ampiezza e 30 di profondità. Ci addentriamo nella prima sala fino all’imbocco del tunnel che conduce alla seconda. Il contrasto termico con l’esterno è reso ancora più intenso dalla forte umidità e dalla nebbia che aleggia nell’antro: fa caldo, incredibilmente caldo!

Usciamo facendo attenzione al cambio, violento, di temperatura e continuiamo la nostra marcia sulla neve mentre i fiocchi dal cielo si fanno sempre più grossi e fitti. L’orizzonte è una coltre bianca e solo al cambiare del vento riusciamo a scorgere le meravigliose guglie e bastionate che ci circondano. Proseguiamo avanzando  nella neve fino al ginocchio mentre uno strato bianco sempre più spesso si accumula sulla nostra testa e sul nostro zaino.

Fabrizio ride, è contento mentre arranca avvolto da quella magia bianca. Ad intuito traccio la strada sul sentiero ormai sepolto cercando di non farmi ingannare dalla nebbia. A modo nostro entrambi ci stiamo divertendo!

Poi, superato l’ultimo crinale, appare finalmente il Rifugio Elisa. Riusciamo a scorgerlo per la prima volta solo stando a 50 metri di distanza mentre, normalmente, è visibile lungo tutto il sentiero fin dal fondo valle.

Troviamo riparo sotto una tettoia e mangiamo un panino. La Grigna sembra ormai stufa di averci sulle sue pendici ed inizia a scatenarsi: nevica “duro” e la temperatura sembra precipitare. «Fabbrì, è tempo di andarsene … e con una certa lena!». Chiudiamo gli zaini e cominciamo a scendere: fa un freddo pungente e cerco di riscaldarmi in ogni passo mentre sento il gelo farsi strada nelle gambe e nelle dita. «Fabbrì, come va? Hai freddo?» Lui mi guarda, la neve sembra prenderlo a sberle e lui ride felice aprendo e chiudendo la mano come incuriosito: «Non avevo mai sentito un dolore simile nelle mani! E’ davvero incredibile!!». Benedetto siciliano!! Sciocco io che non ricordo che sei nato al mare! «Togli il guanto e rinfilalo tenendo il pugno chiuso: non infilare le dita, usalo come una moffola e scaldati la mano aprendo e chiudendo il pugno»

Poi il corpo, riscaldato dallo sforzo, torna in temperatura ed il freddo smette di mordere. Come per incanto la Grigna sembra pentita di averci scacciato con tanta fretta: in fondo eravamo venuti qui solo per ammirarla. Senza alcun preavviso la neve cessa di cadere e lentamente, ma inesorabilmente, il cielo si schiarisce fino a mostrare l’azzurro del cielo ed i riflessi del sole sulla neve.  La tormenta è finita e davanti a noi c’è una bellezza mozzafiato.

Alla fine sono 1200 metri secchi di dislivello e 15 km di sviluppo: non male per una passeggiatina nella neve.  Ecco “il film” di questa nostra giornata al cospetto della “Regina Guerriera”: Tranquillo, domani non nevica…

Grazie Fabrizio, è sempre un piacere ed una scoperta andare a zonzo con te!

Davide Valsecchi

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