Piove. Dicono che nevichi sopra i 1500 metri ma non riesco a vedere se oltre le nuvole abbia già cominciato a cadere la “bianca”. Il mio piano è quello di portare il “siciliano”, il nostro buon Fabrizio, al Brioschi sul Grignone questo Sabato. Il dubbio, se viene giù troppa neve, è che non sia ancora pronto ed equipaggiato a dovere.
Così, assorto nei miei pensieri, varco la soglia della trattoria. Non è nemmeno mezzogiorno ed il locale è vuoto. Saluto la “nonna”, che traffica in cucina, ed entro in sala. Tutti i tavoli sono ancora vuoti, solo una persona è già seduta: Mr Enzo Santambrogio.
In due anni è la prima volta che ci troviamo faccia a faccia senza che nessuno possa disturbare o intromettersi. Afferro la sedia davanti a lui e mi siedo di rimpetto. Rido: “Dai, ora siamo qui da soli, possiamo anche lasciar perdere il nostro teatrino per una volta: nessuno può vederci, dimmi un po’ come ti va?” Lui fa l’evasivo, traffica con il cellulare a testa bassa con aria distratta ma poi, più insisto, più inizia a ghignare sotto i baffi.
Gli riempio il bicchiere di rosso e picchio il mio sul suo in un brindisi: ”Alla salute!” Finalmente ride, afferra il bicchiere, ed è come se entrambi si ringiovanisse di tre o quattro anni. Mi racconta di essere in partenza per la Romania e poi di nuovo per la Tanzania: probabilmente quello era l’ultima occasione buona per trovarsi prima di chissà quando.
Il destino è spesso curioso. Due anime tanto diverse e volitive hanno saputo coesistere tanto a lungo attraverso mille difficoltà. Forse era inevitabile che fosse terribilmente romboante lo schianto con cui si sono divise ed altrettanto lento e silenzioso fosse il loro timido riavvicinarsi: “Alla salute, in bocca al lupo!”
Strade diverse ci attendono ma, oggi, i ricordi sono nuovamente preziosi come un tempo. Tra le nuvole d’Africa avevo scritto: “Un amico è qualcuno che ti conosce ma che, nonostante questo, ti vuole bene lo stesso”. Oggi quella mi sembra ancora una buona verità…
Davide Valsecchi