Esistono molti “premi” per coloro che si avventurano per boschi e montagne, tra questi vi è sicuramente la delizia che sa esprimere il sapore di una fragolina selvatica. La fragola di bosco, fragaria vesca, con il suo frutto piccolo e dolcissimo è una tra le migliori prelibatezze che la natura possa offrire. E’ quasi impossibile resistere alla tentazione di coglierne una e, dopo il primo assaggio, non si può che cedere alla gola ed abbuffarsi gustando ed assaporando ogni singola fragolina.
Spesso alle attività di montagna-terapia che conduco partecipano persone che hanno poca o nessuna esperienza di vita all’aria aperta e, mio malgrado, ho dovuto costatare come in pochi conoscano la differenza tra la fragola di bosco e la sua “cugina”, la fragola matta o duchesnea indica.
La sostanziale differenza tra le due è che la prima è un nettare del cielo mentre la seconda ha un sapore pessimo e non è neppure commestibile!
Per questo direi che diventa importate imparare a distinguerle. Innanzitutto la fragolina di bosco è più piccola, ha un colore rosso non troppo brillante ed è punteggiata da piccoli semini gialli. Inoltre il frutto, che cresce da un fiore bianco, è tipicamente rivolto verso il basso come una campanellina.
La fragola matta invece è spesso molto più grossa, di un rosso quasi brillante. La sua superficie è costellata da piccole protuberanze molto diverse dai semini gialli della fragolina di bosco. Il frutto cresce da un fiore di colore giallo ed è dritto e rivolto verso l’alto.
Nella foto (scattata tenendo il cellulare con il mento!!) potete vedere a sinistra la fragolina “buona” e a destra quella “matta”. Messe a confronto dovrebbe essere più facile comprendere come sia diverso sia il frutto che la sua disposizione.
La fragola matta non è tossica come spesso si crede, tuttavia se ingerita in grandi quantità può procuravi una severa dissenteria o quanto meno può farvi correre dietro un cespuglio nel bel mezzo della vostra gita!
Ciò che non sapevo, e che ho scoperto documentandomi un po’, è che la fragola matta è stata importata in Italia dalla Cina attorno al 1800 come curiosità botanica all’Orto Botanico di Torino e si è poi diffusa copiosamente su tutto il territorio nazionale. Nella medicina tradizionale cinese è infatti considerata erba medica mentre nella nostra tradizione popolare è quasi sconosciuta proprio perché troppo recente.
Ultima nota: quando cogliete una fragolina, specie vicino ai sassi o in mezzo a qualche cespuglio, premunitevi di “sondare” la zona con qualche rametto prima di allungare le mani verso il prelibato frutto. Essendo il periodo estivo quello in cui maturano le fragoline è sempre buona regola fare attenzione alle vipere!
Davide “Birillo” Valsecchi