Year: 2012

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Sogni di fine Anno

Sogni di fine Anno

Questa notte ho fatto un sogno. Una ragazza bellissima, una mia amica nella vita reale, mi ha offerto gentilmente un passaggio in macchina fino a casa. Fin qui tutto bene, la questione si è fatta complicata quando mi sono reso conto di vivere in una ex-scuola completamente avvolta dalla vegetazione insieme ad una famiglia di uomini-piante: già persone che erano diventate una specie di incrocio tra un essere umano ed il mondo vegetale. Stando a quanto potessi capire, tutta la faccenda non mi era perfattamente chiara, io vivevo con loro in una specie di scambio culturale.

Erano un gruppo numeroso e nella “mia famiglia” c’erano quattro fratelli, tre di loro avevano le fattezze di piante e la testa a forma di zucca arancione mentre il quarto assomigliava sputato a Brad Pit: all’epoca della “grande mutazione” era un tossico e questo  aveva impedito la sua trasformazione. Non so, forse era per incontrare lui che la mia amica mi aveva dato un passaggio…

Oltre a “papà e mamma pianta” i tre fratelli erano incredibili stereotipi adolescenziali in formato vegetale: avete mai visto un ragazzo-pianta con la testa da zucca, le cuffie Hip-hop ed i pantaloni larghi con le foglie che escono dagli strappi? Io sì, ed ho incontrato anche suo fratello: una specie di Globetrotter con i calzoncini corti!

Ora di preciso non saprei che accidenti significhi questo sogno, quello che posso dirvi è che è uno degli ultimi del 2012 ed è stato “un viaggio”. Non pensate male: ieri sera ho mangiato un panino al formaggio e mezza birra prima di buttarmi in branda!

Beh, ora è tempo di salutarci, qualsiasi cosa riservi il futuro: in bocca al lupo, tanti auguri per il nuovo anno!

Davide Valsecchi

“It’s not a journey. Every journey ends but we go on. The world turns and we turn with it. Plans disappear. Dreams take over. But wherever I go, there you are. My luck, my fate, my fortune.” (ma lol!)

Prendimi la Luna

Prendimi la Luna

«Sognatore è chi trova la sua via alla luce della lun, colui che viene punito perché vede l’alba prima degli altri.» (Oscar Wilde). Onestamente non saprei dirvi con certezza se il poeta, visto il personaggio, intendesse i beoni che rincasano tardi barcollando o i visionari che passano la notte esplorando mondi sconosciuti: quello che posso dirvi per certo è che la luna piena di ieri sera, 28 Novembre 2012, era davvero strepitosa!

Mi sono ripromesso di non tornare tra le montagne fino all’anno nuovo e così ieri sera, nottata ideale per una notturna, mi sono semplicemente seduto sulla ghiaia del vialetto davanti alla porta di casa e, munito del mio traballante cavalletto, ho giocato con la Luna.

Ho spremuto al meglio al mia piccola fotocamera dando la caccia a “la splendete”: fotografare la Luna significa fare uno scatto ad una pontentissima lampadina con un diametro di 3.400km ad una distanza media  di 384.403 km.

Purtroppo la Luna è ancora per me la frontiera tecnica con cui scontrarmi: ogni volta imparo qualcosa e ridefinisco i miei limiti della mia esperienza e del mio equipaggiamento fotografico.

Ieri sera il cavalletto, scalcinato da mille avventure e rattoppato con il nastro isolante, e la messa a fuoco automatica, che non può essere regolata, mi hanno fatto davvero dannare: tuttavia è nei momenti di difficoltà che scopri quello di cui hai maggior bisogno.  Per la mia piccola FujiFilm FinePix S2950 è stato comunque un buon “acchiappo” anche se non mi ha soddisfatto appieno.

Tutti Voi laffuori, Voi che possedete magnifiche reflex Nikon, Canon o Sony, Voi che fate bellissime foto da Bar semplicemente premendo un bottone: prendetemi la Luna! (Massimo tira fuori dalla scatola ‘sta macchina nuova!!)

In realtà quelle macchine sono troppo pesanti, troppo costose e troppo delicate per l’uso che ne farei: l’invidia per quei “gioielli”, tuttavia, resta davvero forte!

Questi che seguono sono alcuni scatti che ho realizzato in passato. Il primo è stato realizzato con la mia piccola e vecchia compatta attraverso un telescopio a specchio. Il secondo è stato fatto in Africa e mostra come sia più facile catturare la Luna quando non è al massimo della sua luminosità. Il terzo è uno scatto diurno sopra il Corno Birone.



Cima2012: Sparso e Confuso Tour

Cima2012: Sparso e Confuso Tour

«Hey Cima, fammi il riassunto!» Il mio non è un semplice blog, ma un avatar della memoria: la mia memoria. Archivia, conserva e rielabora ciò che la mia mente confusa e contorta dimenticherebbe. La domanda oggi era semplice: «Io ti passo la musica, tu mostrami cosa è successo».

Il risultato è un rocambolesco tour attraverso il 2012: spaziando dalle montagne alla giungla, dalla neve all’estate, dalle cose serie alla peggio sciocchezze. Nessun filo logico: solo un flusso di ricordi sparsi, confusi ed imbevuti di funky metal beat! (perché è così che mi piace…)

Questo è il momento dei ringraziamenti, il momento pe salutare tutti coloro che hanno seguite le nostre avventure ed in qualche modo ne sono stati partecipi: grazie!

Davide Valsecchi

Fiaccolata Megna 2012

Fiaccolata Megna 2012

DSCF5586La Croce di Megna, illuminata nella notte dell’antivigilia, era la consueta meta della Fiaccolata di Fine Anno. In fila indiana quasi settanta persone, tra cui numerosi bambini, hanno percorso il sentiero che conduce alla vetta illuminando i propri passi dapprima con la fioca luce della luna e poi con la calda e vivace luce delle fiaccole.

Una “notturna” tra amici, un’occasione per scambiarsi gli auguri: un momento di festa.

Come sempre il CAI Asso, soprattutto per la sua natura alpinistica, è stato in prima linea nell’organizzazione della salita, la Croce di Megna è però un simbolo di unione tra le genti della Vallassina e la fiaccolata è un momento di condivisione con tutte le altre associazioni del territorio che si sono impegnate nella realizzazione della croce.

Il mio ringraziamento va quindi alla Croce Rossa, ai Cacciatori, alla Protezione Civile, al gruppo ciclisti e a tutti coloro che hanno partecipato rappresentando simbolicamente i propri gruppi: è bello incontarsi tutti inseme lassù!

Ieri sera il panorama invernale è stato il primo dei regali natalizi per tutti coloro che erano lassù con noi. A tutti auguro un felice Natale ed un fortunato Anno Nuovo.

Tra qualche giorno saranno pubblicate sul nuovo sito del cai, www.caiasso.it, le foto dei partecipanti. A presto!

Davide Valsecchi

Solstizio d’Inverno

Solstizio d’Inverno

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Il Solstizio invernale è il momento in cui il Sole raggiunge la massima declinazione negativa e la Terra, vista dallo spazio, risulta divisa in parti uguali tra luce ed ombra: è il ritorno della luce e le giornate, che fino ad adesso si erano accorciate, inizieranno lentamente ad allungarsi fino al loro punto massimo, il Solstizio d’estate.

Se pensiamo alla grandezza ed alla bellezza di questo evento e dei movimenti che coinvolgono tutto il nostro pianeta è quasi commovente la profezia de Maya e tutto il trambusto che hanno creato. Il cielo si sforza ogni notte con le sue mille luci di insegnarci il senso dello scorrere del tempo, chissà se qualcuno avrà imparato qualcosa: “non c’è come sentirsi vivi per rischiare di morire”.

Per festeggiare l’apocalisse Maya ed il ritorno della luce ieri sera siamo andati a zonzo con la macchina fotografica e, per una volta, ci siamo concessi il tempo di catturare la luce anche attraverso le tenebre. (ISO 64, F3.1, 8″, Fujifilm Finepix S2950)

Volevamo salire alla cima del Cornizzolo ma il tempo minacciava pioggia e nev, così dapprima abbiamo bighellonato a Campora per poi spostarci al lago del Segrino e finalmente in birreria!

Ecco l’allegra “Brigata anti Maya”: Massimo, Birillo, Fabrizio e Silvia. Forza, attacco Solare: vai col flash!!

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Ecco la pace del lago del Segrino.

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Davide Valsecchi

San Martino: Vergella e Silvia

San Martino: Vergella e Silvia

La filarmonica di San Francisco ed i Metallica interpretavano Morricone nel tema de “Il Buono, il Brutto ed il Cattivo” mentre Fabrizio ed io, in sfregio alle premonizioni Maya , puntavamo verso Lecco alla volta del Medale e della sua storica ferrata.

Il sole di ieri, su cui ero pronto a scommettere, oggi era solo un ricordo e dopo una strepitosa e fiammante alba il cielo si era tinto di un uniforme bianco plumbeo.  Ma, superata Laorca, la sorte aveva in serbo un’altra sorpresa inaspettata: la ferrata del Medale è interdetta.

Cartelli gialli infatti indicano la ferrata come chiusa e, indagando con gli indigeni, il quadro si è fatto via via sempre più pessimistico. Pare infatti che nel tratto finale della ferrata vi siano stati smottamenti gravi e che detriti si siano ammassati sulla verticale della traccia rendendo il pericolo di caduta sassi tanto grave da forzare la chiusura della ferrata.

Sempre i “Local People” ci hanno raccontato che già il primo tratto di catena sia stato rimosso e che probabilmente tutta la ferrata sarà definitivamente smantellata nel corso del 2013. Sembra che una delle “grandi classiche” del nostro territorio sia la prima vittima dei Maya!

Sconsolati abbiamo deciso di proseguire per il San Martino risalendo verso il Crocione ed il rifugio. Visto che eravamo partiti con il desiderio di arrampicare abbiamo imboccato prima la variante attrezzata “La Vergella” ed il “Sentiero Silvia” puntando alla vetta del San Martino.

Il percorso è davvero panoramico con alcuni passaggi divertenti ma, ahimè, il rammarico per la Medale rimaneva. A consolare la nostra salita c’era però il panorama invernale del lago, della città di Lecco e delle nostre beneamate montagne: i Corni ed il Moregallo!

DSCF5514Giunti alla cima del San Martino, raggiunta la terrazza panoramica del Crocione, ci siamo gustati lo straordinario punto di vista sulla città di Lecco ed il lago di Garlate.

Ora io non saprei dirvi se i Maya abbiano ragione o meno, questo davvero non lo so. Tuttavia questa notte, insieme ad un po’ di amici, andremo comunque a festeggiare sul Cornizzolo. Quello che ci sentiamo di dire è: “accidenti, per essere l’ultimo giorno della terra che tempo di merda! Ma un po’ di sole no? Ah Maya, ma giusto è?!”

Purtroppo anche al Rifugio Piazza, aperto come di consuetudine il giovedì, ci hanno confermato lo smantellamento della Ferrata del Corno Medale e le precarie condizioni in cui ora versa. Tutti i “veci” presenti l’hanno descritta come “la Ferrata più bella di tutto il lecchese e la più tecnica ed impegnativa dopo la Gamma2”, alcuni di loro erano davvero dispiaciuti che questa “grande classica” sia destinata a scomparire. Vedremo cosa accadrà!

Buona fine del Mondo a tutti! Se tutto va bene ci si sente domani (o dall’altra parte)!

Davide Valsecchi

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Bestiario 2012

Bestiario 2012

Con la fine dell’anno è tempo di bilanci e di “back-up”, è il momento di decidere cosa conservare e cosa lasciarsi alle spalle. Spulciando tra le fotografie pubblicate sul sito ho raggruppato alcune immagini degli animali incontrati quest’anno.

Il risultato è stato piuttosto curioso: oltre ai Caprioli, i Camosci ed i Mufloni che sempre più spesso fanno mostra di sè negli articoli di “Cima” sono alcuni slanci davvero esotici legati al viaggio in Congo di inizio anno. Così, oltre ai “nostrani”, abbiamo anche i gorilla Bonobo ed vecchio coccodrillo fotografato “forse” fin troppo intrepidamente da vicino!

Ecco a voi il Bestiario2012:

Tra questi il più selvaggio è probabilmente quello che tiene in braccio la piccola Nora: tagliragli i capelli non l’ho acquietato come sperato!Ciao

Davide Valsecchi

Neve sulla Venticinquennale

Neve sulla Venticinquennale

Con la neve di ieri la tentazione di “uscire” era forte, anche  nonostante il tempo stesse ripiegando verso la pioggia: “Domani è bello, ma sarà troppo tardi!”. Così stamattina alle otto e mezza mi sono messo in strada e mi sono avviato, rigorosamente a piedi, verso Gajum ed i Corni.

Superato il Primalpe il bosco era immacolato e le uniche orme nella neve oltre alle mie erano di un capriolo che aveva tagliato attraverso un sentiero.

Il mio piano era salire alla cima del Corno Occidentale sfruttando la ferrata del Venticinquennale invasa dalle neve. Da subito, però, si è capito che le condizioni non erano ottimali: era bagnata, pensante e si spostava in blocchi insidiosi ammassandosi nelle cenge: una mezza rogna!

Superata la placca inziale mi sono fermato a  tirare fiato e, da oltre il pianone del crocefisso, è spuntato un socio inaspettato: era  Luca, un socio ed amico della mia sezione CAI. Anche lui, salito da Oneda, voleva attaccare la ferrata. Nel cuore della notte aveva provato ad avvisarmi mandandomi un SMS, io me l’ero completamente perso ma la fortuna ci aveva comunque riunito.

Luca è un ottimo alpinista e così l’ho ben volentieri aspettato proseguendo poi insieme: chiacchieravamo allegri “ravanando” in quella neve infida. Scendeva la nebbia mentre noi, sempre più fradici, proseguivamo passaggio dopo passaggio. Io, lo confesso, ho fatto la salita totalmente in artificiale sfruttando la lounge di sosta per proteggere ogni passaggio: oggi ero davvero scarso!! 🙂

Alla fine della ferrata la salita è entrata nel vivo: tra i sassi della cresta battevamo la nostra strada tra la neve e le difficoltà. Il punto critico della cresta è il passaggio sopra la grotta che passa fuori per fuori la montagna e che è spesso è visibile anche dalla valle. E’ un punto molto esposto ed era coperto di neve instabile davvero poco rassicurante. Per evitare guai ci siamo inventati una variante scendendo fino alla grotta e risalendo sulla spalla opposta.

Superato l’ultimo ostacolo impegnativo ci attendeva solo la croce ed un’immacolata e “vergine” cima.  Eravamo avvolti dalla nebbia ma nonostante questo i Corni di Canzo avevano saputo dare grande soddisfazione ed emozione. Nelle condizioni giuste la “nostra” montagna sà essere tutt’altro che banale o scontata, pretendendo inveceimpegno e capacità. In giornate come queste si capisce perché la storia dell’alpinismo delle nostre valli è passato anche attraverso questi tre “cucuzzoli rocciosi”.

Se salire richiede impegno discendere per il caminetto invaso di neve è un’altra piccola ed intensa sfida. Noi siamo scesi senza attrezzare niente ma è un passaggio impegnativo, chi non lo conosce e volesse farlo con la neve farebbe bene ad avere una buona corda con sé: ci sono buoni ancoraggi per una calata se ce ne fosse bisogno ( Io avevo cmq i miei fidi 30 metri nello ziano!!)

Giunti a Pianezzo ci siamo concessi una birra al rifugio della SEV: è stata un gradita fortuna trovarmi lassù con Luca. Grazi per la salita insieme!

Ci tengo a dire che il nostro pensiero era spesso rivolto a Stefano, buon amico e buon alpinista della nostra sezione che, sfortunatamente, si è lussato una spalla qualche giorno fa durante gli allenamenti: “Hey pirletta! Abbiamo provato a scrivere il tuo nome sulla neve con la pipì ma non ci siamo riusciti! Prenditi il tempo che ti serve per guarire:  il tuo socio ed io aspetteremo con pazienza, affetto e stima! Un Abbraccio: nel 2013 faremo grandi cose!!”

Davide Valsecchi

NB: la neve oggi faceva schifo, domai è previsto sole e sarà ancora peggio. Occhio che si muove!  Le foto sono venute tutte “bagnate” perché sia io che la macchina eravamo fradici!!

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