“Kora”: questo è il nome con cui i tibetani indicano il cammino votivo, la “circumambulatio”, “il percorso attorno”, che compiono alle pendici della montagna sacra, il Kailash. Un rito celebrato per alleggerire e purificare il Karma di chi lo compie accelerando la trasmigrazione verso il Nirvana del proprio spirito.
“Chiudere in un cerchio sacro”, una pratica antica e diffusa in tutto il mondo che serve sia a portare benefici a chi compie il “gesto” sia a tutelare e salvaguardare ciò che viene posto nel cerchio.
Ed è con questi pensieri che sabato 2 Luglio 2011 io e Bruna ci siamo ritrovati ad essere pellegrini nella notte, due delle quaranta luci che nel buio camminavano perpetrando una tradizione nuova ed antica: il Gir di Sant del Cornizzolo.
Da cinque anni il gruppo di coordinamento delle associazioni dei paesi ai piedi del Cornizzolo ha legato in un unico cammino i luoghi di “antica memoria”, di devozione locale, con la tutela della montagna.
Cà del Pelegrin, San Calöger, San Tumas, Funtanin dal Foo, Terz’Alp, Segund’Alp, Prim Alp, San Mir al munt, San Michee, San Miret, Fons Sacer al Segrin, San Cristofur, Madona Nuvelina, Rocul, Priel, Doss de la Guardia, Funtanel, San Pedar al Munt: un pellegrinaggio notturno che circondando la montagna attraversa luoghi di culto, sacri e pagani, che hanno caratterizzato la storia del nostro territorio già prima del 1500.
Il Kailash è una montagna inviolata ed inviolabile e persino i cinesi hanno desistito da ogni tentativo di corromperne la natura o profanarne la sacralità. Il Cornizzolo invece è una montagna ferita, solcata da profondi sfregi e violentata nelle sue forme dall’interesse e dall’ingordigia cieca. Le sua rossa roccia brilla sul versante sud, esposta al sole come carne viva dalle cave che per anni hanno estratto materiale dalle sue pendici.
“Circumambulatio apotropaica”: un rito che allontana il male, che ne esorcizza il dolore. Eccoci di nuovo sulle strade dei nostri vecchi per affrontare il futuro, per impedire che gli errori del passato recente siano dimenticati e quindi ripetuti.
Illuminando i propri passi i quaranta partecipanti hanno compiuto in dodici ore di cammino i ventinove chilometri del giro che li ha condotti da Civate alla basilica di San Pietro al Monte, monumento “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. Un cammino nel silenzio della notte rotto solo dai campanelli dei pellegrini nell’oscurità.
Il gir di Sant per qualcuno è un momento religioso, per altri un momento spirituale a contatto con la natura e per altri ancora è un gesto simbolico a conferma di un impegno assunto per il nostro territorio. Certamente per tutti il giro è un momento di incontro, una festa allietata dai tanti punti di ristoro organizzati da chi si prodiga per sostenere il percorso e le fatiche dei “pellegrini”.
Con questo spirito ci siamo ritrovati alle due e mezza di notte attorno ad un fuoco al Second’Alpe, dove la tradizione vuole sia nato San Miro, per bere il brodo caldo che cuoceva dal pomeriggio e mangiare il magnifico lesso preparato per noi. E alla sosta successiva fette di lardo con il miele e più tardi ancora tazze di caffè, biscotti alle noci e champagne di sambuca.
Un cammino attraverso i suoni, i sapori e la storia di una montagna sacra per coloro che intorno ad essa vivono: ogni passo battuto lungo il fianco della montagna modella, rinforza ed affila la nostra volontà di difendere ciò che ci appartiene per nascita come lascito della tradizione di cui siamo parte.
Davide Valsecchi
Il giro è duro: la fatica, il sonno, le ripide salite ed il buio sono ostacoli importanti. Serve essere pronti ad affrontare sette/otto ore di cammino effettivo per un viaggio che dura oltre dodici ore per quasi trenta chilometri. Portare quaranta persone in montagna di notte è altresì una grande responsabilità per gli organizzatori. Se volete partecipare dovete comprendere questi aspetti e per tempo, qualche mese prima, presentarvi alle associazioni e ai CAI locali: solo così è possibile prendere parte (in sicurezza) a quest’affascinante avventura sui nostri monti.
Le associazioni ed i paesi che partecipano all’organizzazione del Gir di Sant (in ordine sparso): CAI Asso, Canzo, Vamadrera. Cumpagnia di Nost. Gruppo Naturalistico della Brianza. Gruppo Cacciatori. Comitato No Cava Scarenna. Gruppo Alpini. Società Escursionisti Civatesi (SEC). Società Escursionisti Valmadresi (SEV). Organizzazione Sportiva Alpinisti Valmadrera (OSA). Vivi Eupilio. I paesi di Asso, Canzo, Cesana Brianza, Civate, Suello e Valmadrera.