Ieri ho “bigiato” tutti gli impegni e sono andato in montagna: complice della bella giornata di sole anche un amico di Bruna, Emanuele. Lele ha vent’anni, studia all’accademia di Brera e si è messo in testa di seguirmi nel viaggio delle Flaghéé attraverso i monti del Lario.
Così, per dissuaderlo, ho infilato gli scarponi e dato vita ad un “test”. Dalla stazione di Asso-canzo siamo partiti alla volta del mercato, ieri era mercoledì, e dopo aver attraversato il mondo un po’ nostalgico delle bancarelle ci siamo alzati verso la torre di Canzo, il vecchio Tennis, puntato il vecchio ristorante Castello, ormai abbandonato, percorrendo poi la mulattiera che porta al “Repossino”.
E’ una stada che si fa di rado perchè da freddi “taglia le gambe” ma, ahimè, era un test!!
Siamo arrivati al Prim’alpe, il tempo di tirare una boccata d’acqua alla fontanella e via di nuovo attraverso il sentiero “spiriti del bosco” fino al Terz’alpe. Sosta per bere nuovamente e via verso la Coletta dei Corni e su fino alla Forcella.
Non ho dato respiro al povero Lele, ero seriamente intenzionato a scongiurare che un altro artista si mettesse sui miei passi ma, purtroppo, ha tenuto duro, arrancando senza protestare con lo sguardo rapito dal verde che ci circondava.
Dopo due ore e mezza eravamo in cima al Corno Occidentale, avevamo percorso otto chilometri di estensione con un dislivello secco di mille metri. Il canaletto del Corno, che richiede di dar prova di rudimenti d’arrampicata, era la parte finale del “test” e Lele se l’è cavata bene nonostante la poca esperienza.
In cima al Corno ci siamo guardati attorno ammirando a trecentosessanta gradi il panorama che ci circondava: “Se vuoi venire con me tieni a mente che ti toccano tutte le montagne qui intorno fin dove riesci a vedere”. Stupito ho assaporato, forse anche io per la prima volta, il senso di questa frase e di questo viaggio: “Fin dove arriva lo sguardo”.
Scesi del Corno abbiamo fatto tappa al SEV e ci siamo incamminati scendendo per il sentiero per Valbrona. La strada che va verso Oneda è monotona ed il fondo duro rendono poco piacevole camminare.
Al contrario il sentiero che punta verso Candalino è immerso nel verde ed offre scorci inaspettati percorrendo angoli della valle poco noti. I nostri boschi sono pieni di sorprese e nel fitto della vegetazione, quando già i rumori delle macchine cominciavano a farsi sentire, ci ha tagliato la strada di slancio una bellissima femmina di capriolo dal manto arancione vivace della muta primaverile. Non serve andar lontano per rimanere stupiti: siamo davvero fortunati ad essere nati in questa zona.
A quanto pare Lele è arruolato nella Terza Squadra Flaghéé in partenza per i monti del Lario. In bocca al lupo Lele!!
Davide “Birillo” Valsecchi
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