Io sono Giuda, il figlio di Simone che fu fratello del Sommo Sacerdote Caifa della tribù di Giuda. Io sono colui che chiamano l’Iscariota, colui che sa. Io sono colui che aspetta l’alba di questo giorno triste mentre la propria fede vacilla.
Portai i soldati al cospetto del mio Maestro e diedi Lui il mio ultimo bacio, il bacio di Giuda, il segno del tradimento, l’ultimo sofferto atto di una muta obbedienza. Baciai il mio Maestro trattenendo le lacrime, bacia il Salvatore consapevole della mia condanna: ubbidii perchè era questo il sacrificio che mi fu richiesto.
Avevo supplicato che non scegliesse me, l’avevo pregato di guardare di nuovo tra i Dodici e scegliere altri:“Tu li supererai tutti. Perchè sacrificherai l’uomo che mi riveste”. Un ultimo bacio e la ruota del destino, la volontà del mio Maestro, si mise in moto.
Pietro, il prediletto, estrasse la spada pronto a macchiare la sua fede con il sangue e mi chiamò traditore maledicendomi, coprendomi di ignominia. Ma come predisse il mio Signore prima di quest’alba, che ancora attendo, tre volte rinnegò il Maestro, tre volte si sottrasse al sacrificio.
Ed ora, dopo che il gallo ha cantato, è Pietro che io attendo in questo che diverrà l’Akeldamà, un “campo di sangue”. Anche questo il Maestro mi disse:“Dirà che sei caduto impiccandoti, dirà che ti si squarciò il ventre e tutte le tue interiora si sparsero tingendo di sangue questa terra”.
Ora, mentre la luce appare all’orizzonte vedo Pietro salire, il viso sconvolto dal pianto e dalla colpa mentre brandisce la sua spada in cerca di vendetta, in cerca di un’espiazione per il suo tradimento.
La fede nel Maestro mi sostiene, la Sua grandezza ed il Suo sacrificio sono per me di esempio e non sento il peso delle accuse che cadranno sul mio capo. Sono il servo del mio Maestro: ho fatto ciò che mi fu chiesto.
Chiudo gli occhi davanti al mio destino: perdonami Signore perchè in quest’ alba terribile ho ancora paura di morire.
Davide “Birillo” Valsecchi
[note] Tra Barabba e Gesù scelsero Barabba e questo dovrebbe insegnare quanto sia semplice per la massa salvare la persona sbagliata. Giuda e Pietro: chi scegliete? Chi è stato condannato alla gloria e chi all’ignominia?
Josè Saramago, premio nobel per la letteratura, nel suo “Vangelo secondo Gesù” ci mostra un messia finalmente umano, finalmente pervaso dai dubbi e dalle incertezze che appartengono ad un uomo e non ad un Dio onnipotente. Anche Zeffirelli e Martin Scorsese reintepretando il libro di Nikos Kazantzakis portano in primo piano l’umanità del Cristo: un dio che si è fatto uomo.
Nell’epoca di Superman e Mario Bros non è l’onnipotenza a stupire, ma al contrario ad essere di ispirazione è la capità di affrontare la fragilità delle paure umane. Un dio che si fa esempio d’uomo: questo è davvero rivoluzionario.
Purtroppo da Mosè in avanti siamo asserragliati dai Dogmi, dagli Assiomi, dalle verità a prescindere che allontano gli uomini intelligenti e soggiogano gli stupidi: è l’arroganza delle religioni a sminuire la fede mentre i mercanti sono tornati nel tempio.
Nella mia storia, frutto delle mie fantasticherie, compare una frase, “Tu li supererai tutti. Perchè sacrificherai l’uomo che mi riveste”, che appartiene al Vangelo secondo Giuda, un vangelo gnostico che propone una visione diversa dell’Iscariota: il servo e non il traditore del Maestro.
L’ipotesi che sia stato Pietro ad uccidere Giuda invece è mia ed emerge dagli Atti degli Apostoli dove Pietro racconta la morte di Giuda. Pietro era una testa calda, era umiliato dalla profezia di Gesù ed armato di spada quando racconta di aver trovato “squarciato” il corpo di Giuda suicida per soffocamento. Date un occhiata ai 2000 anni della Chiesa che ha fondato e fatevi delle domande…
Qualunque sia la verità nel giorno del Venerdì Santo quattro uomini morirono: io voglio ricordarli tutti con la “pietà” che meritano. Nessuno si senta offeso da questo.