In questi giorni sto organizzando l’iniziativa Flaghéé, un viaggio tra le montagne apparentemente più semplice di quelli raccontate in passato ma che conserva, a mio avviso, un fascino profondo e sincero: le montagne del Lario riunite in un’ unica avventura.
Nel 2009 abbiamo condiviso il viaggio in Ladakh lungo il confine tra il Tibet Cinese e l’India, siamo saliti in cima allo Stock Kangri (6130 metri) e attraversato la valle del Markha ed il valico del Kangmaru La (5150 metri). Era il primo viaggio delle Bandiere che sarebbero diventate le Flaghéé ed accompagnavo un fotografo nella sua prima esperienza tra i monti. Le foto di quel “pellegrinaggio” ora sono raccolte in un libro fotografico: «Contrabbandieri del Nirvana».
Il viaggio per me è sopratutto scoperta e la montagna non è una competizione o un impresa che si esaurisce nell’esito di una salita, nella ricerca di un risultato importante. La vetta di una montagna spesso è un solo posto inospitale e solitario a cui ci si arriva dopo grande fatica e rischio, un regno di immensi spazi vuoti: lassù non troverete nulla se non quello che avete portato con voi, nel vostro zaino come nel vostro cuore.
Per qualcuno è la quota, per qualcuno è il grado di difficoltà o l’importanza del nome. Per me è la ricerca, la scoperta, e diventa più appassionante quanto più appare comune e lontana dai clamori: mi piace cercare tra le cose ovvie trovando qualcosa di speciale. Ecco perché voglio fare il giro del lago passando dai monti: esploriamo casa nostra.
Laghi e montagne, in fondo è quasi una costante: il lago Tanganica ed il monte Hanang in Africa, il lago Dal in Kashmir e lo Stok Kangri in Ladakh. Una consuetudine che ha avuto inizio quasi dieci anni fa con il lago Bhari ed il monte Cima Asso in Pakistan.
Forse non tutti sanno che questo sito prende il nome da una montagna, Cima Asso, conquistata e battezzata il 5 Agosto 1999, il giorno del mio compleanno: era il mio primo viaggio all’estero, la prima volta che prendevo un aereo per giunta.
Quell’anno esplorammo una zona di mondo di cui quasi non si conosceva nulla. Per una volta in vita mia ho avuto la fortuna di spingermi là dove le cartine erano ancora bianche e tutto era ancora da scoprire. Un viaggio che oggi sarebbe irripetibile per mille ragioni.
Nel 2000 fu pubblicato sull’American Alpine Journal, la rivista americana che tiene traccia delle salite più importanti, la relazione della spedizione del nostro viaggio in Pakistan: nonostante Cima Asso sia alta solo 5100 metri fu inserita nella rivista proprio per la sua natura esplorativa in una zona di mondo ancora sconosciuta. [Cima Asso (Hindu Kush, Pakistan) edizione 2000: pagina 322-323]
Ecco la traduzione in italiano:
“Cima Asso“: prima salita. Per il terzo anno consecutivo, il Club Alpino Italiano di Asso ha supportato una spedizione in Pakistan. Il capo-spedizione era Angelo Rusconi e l’obbiettivo era raggiungere una valle inesplorata nella catena montuosa del Hindokush. Le persone selezionate per la squadra erano Luciano Giampà, Simone Rossetti, Cristian Cattivelli e Davide Valsecchi.
“Siamo partiti il 28 Luglio da Gilgit guidando mezzi 4×4 verso Gakuch lungo il fiume Gilgit, abbiamo poi attraversato Iskoman verso Gugulti seguendo la riva destra del fiume Iskoman. Scelti i portatori abbiamo cominciato la nostra avanzata la mattina del 29. Abbiamo attraversato la valle di Handis seguendo il fiume Iskoman alla sua congiunzione con il fiume Mathan Ther. Sempre mantenedo il fiume alla nostra destra abbiamo attraversto la valle incontrando impressionanti pareti di granito alte più di 1000 metri, tutte facilmente raggiungibili. Attraversato un ponte siamo arrivati al villaggio di Mathan Ther, posizionato su un promontorio verde alla congiuzione di due fiumi, uno dalla valle di Suncighi e l’altro da una una regione ad ovest chiamata Bhari. Dai locali abbiamo appreso di essere i primi stranieri che raggiungevano il loro villaggio. Il 30 Luglio abbiamo imboccato la valle ad Ovest verso Bhari, un villaggio di medie diemsioni posto in una piana adiacente ad un grande lago verde sovrastato da due grandi montagne. Abbiamo posto il nostro Campo Base vicino al lago, a quota 3850. Il nostro BC era in una buona posizione per osservare le vette attorno a noi. Ai piedi di queste montagne erano visibili ampi ghianioni al di sotto di parti verticali di granito. Molte di queste montagne hanno creste e spigoli coperte da ghiaccio e neve. Tra queste vi era una cima di 5100 metri a picco sulla sponda destra del lago. Abbiamo battezato la montagna “Cima Asso”, il nome del nostro paese in Italia. Tutti i membri della spedizione hanno raggiunto la vetta il 5 Agosto. I locali ci hanno mostrato il Kampur ed il Gharmush, le uniche cime conosciute al di sopra dei 6000metri. Tutti i menbri della spedizione concordano che la valle è ideale per spedizioni e trekking. E’ possibile raggiungere facilmente un confortevole campo base circondato da pareti di granito e cime inviolate.”
I ricordi sono ciò che raccogliamo lungo il nostro viaggio. La valle che vedete nella foto oltre il lago conduceva i pastori in una transumanza con l’Afganistan ed era una zona di confine di cui nemmeno l’esercito possedeva informazioni. Oggi la nostra montagna è nel cuore del ciclone, in una delle zone meno accessibili e più remote del Pakistan. Prima o poi torneremo a vederla e quando riusciremo a farlo il mondo sarà forse diventato un posto migliore.
Davide “Birillo” Valsecchi