Spesso mi capita di inserire citazioni nei mie articoli: non lo faccio per “darmi un tono” ma perchè ci sono concetti che richiedono un’autorevolezza che “il Giovane Birillo” non possiede. Per far questo spesso mi affido ai vincitori di premi importanti come il {it:Nobel} o il {it:Pulitzer} che godono del riconoscimento universale.
Quando devo mandare a quel paese qualcuno non ho nessun problema a piantare solitario i piedi in prima linea ma, al contrario, se devo proporre un’insegnamento ritengo giusto esibire il massimo dell’umiltà affidandoci alle parole dei Maestri del passato.
Oggi ho voluto rendere omaggio ai vincitori Italiani del Premio Nobel per la letteratura: ho riportato una loro foto, una loro citazione (scelta de me) e la motivazione del premio. Spesso trascuriamo il patrimonio del nostro paese e la complessità della nostra lingua. Ancora più curioso è osservare che “abbiamo” vinto più premi Nobel che Campionati del Mondo di calcio (7 a 4). Forse è il momento di fare il tifo anche per la cultura!!
Anno 1906: Giosuè Carducci “È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d’accordo co’ molti!” (da Confessioni e battaglie) Ricevette il premio “non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica” |
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Anno 1926: Grazia Deledda “L’amore è quello che lega l’uomo alla donna, e il denaro quello che lega la donna all’uomo.” (da Canne al vento, cap. VI) Ricevette il premio “per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi” |
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Anno 1934: Luigi Pirandello “Perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.” (da L’uomo, la bestia e la virtù, Mondadori) Ricevette il premio “per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale” |
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Anno 1959: Salvatore Quasimodo “Ancora un anno è bruciato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d’improvviso un giorno.” (Poesie) Ricevette il premio “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi” |
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Anno 1975: Eugenio Montale “Occorrono troppe vite per farne una.” (da L’estate, ne Le occasioni, Einaudi) Ricevette il premio “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni” |
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Anno 1997: Dario Fo “La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.” (da Il mondo secondo Fo) Ricevette il premio “perchè seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi” |