Io ed Enzo Santambrogio facciamo squadra da qualche anno ed ormai abbiamo imparato a conoscerci, a rispettarci e ad esaltare i rispettivi talenti. Enzo è anche il curatore artistico dello Spazio Espositivo del Touring caffè di Como e proprio in questi giorni sta allestendo la prossima mostra che sarà inaugurata Giovedì 1 Luglio alle ore 19:30.
“Ricordati di scrivere qualcosa per l’inaugurazione!” Mi dice Enzo ridendo al telefono nel cuore della notte. Tutto quello che mi ha mandato è il nome dell’artista, un paio di foto ed il commento di un critico. Ormai sono convinto che si diverta a vedere come ricostruisco i pezzi del puzzle andando alla scoperta della persona e dell’artista che si cela dietro quelle poche informazioni.
Così cominincio: il suo nome è Giovanni Lucini. Provo a cercare su Google ma mi appaiono i soliti link un po’ sterili di ExibArt e diversi link delle passate mostre l’ultima delle quali si intitolava “Io non ci sono”. Cominciamo bene penso.
Cerco su Facebook ma non trovo nulla. Faccio qualche tentativo ed alla fine trovo “Gianni Lucini“. E’ un amico di Enzo, di Fabrizio Musa e di molti altri artisti comaschi che conosco. Guardo tra le sue foto e trovo le opere che mi ha inviato Enzo via email. E’ lui, ora so che faccia ha: ciao Gianni!!
Pittore, fotografo ed incisore. E’ nato a Johannesburg ed ora vive a Blevio. Il Sudafrica è un posto magnifico il cui fascino si spinge ben oltre il mondiale, poi mi torna alla mente Matteo Galvano che mi racconta che a Blevio, si dice, viva il nonno di Silvester Stallone. Divago, forse è l’ora tarda.
Scopro che si è diplomato in Pittura e Restauro presso l’Accademia di Belle Arti ‘Aldo Galli’ di Como. Restauro ed incisione. La professione di chi ripristina ciò che è andato perso che si frappone alla passione del togliere cio’ che è in eccesso. Sì, perchè osservando le sue opere sono principlamente incisioni su strati di colore sovrapposti. La tecnica mi piace, si incide per mettere a nudo, si affonda per far emergere.
Ecco che trovo la frase, ogni artista ha la sua frase, quella che riportano fedelmente i critici e gli articoli di giornale per sbrogliarsi dal dubbio di spingersi oltre nella ricerca: “La mia indagine pittorica riflette l’indagine e il lavoro che faccio su me stesso, la mia ricerca della libertà e della comprensione della verità – spiega Lucini – Per capire ciò che è vero, nella sua totalità, deve esserci libertà: dalle paure, dalle illusioni continue del pensiero, dagli attaccamenti, dalla nostra sofferenza, dalle barriere che crea la mente, dai pregiudizi, dagli ideali, dai condizionamenti, dal conformismo e dall’insensibilità”
C’è una parte dell’enigma che ancora non capisco. Indagine interiore, illusione, barriere della mente e su tutto “io non ci sono”, quella mostra dove l’artista vuole non apparire nelle proprie opere ma bensì fondersi con il tutto che lo circonda.
Non ci arrivo ma poi BAAMM, eccolo il dettaglio: è da anni istruttore di arti marziali orientali ed insegnante di Ninjutsu. E’ un “poeta guerriero“, ecco il senso, ecco il bisogno da cui scaturiva la ricerca interiore, la profondità del segno, l’introspezione e l’elevazione.
Ho conosciuto alcuni praticanti di Ninjutsu, una delle discipline orientali più ammantate di mistero, di magia e allo stesso tempo pasticciate ed imbrattate dal superficiale consumismo occidentale. “io non ci sono” potrebbe benissimo essere il Nindo di un ninja, il credo di chi, osservando silenzioso il mondo, si mescola tra i suoi colori restando consapevole del proprio compito. Un dovere che spesso lo spinge ben oltre il bene ed il male su cammini solitari illuminati solo dalla Luna.
Sarà interessante incontrarlo Giovedì. Vi aspettiamo numerosi Giovedì alle ore 19:30 al Touring Caffè di piazza Cavour a Como.
Davide “Birillo” Valsecchi