Ieri eravamo a nord dell’isola di Zanzibar, in visita ad un cantiere gestito da italiani dove lavorano quasi 400 operai locali alla costruzione di un resort. Le donne africane, che lavorano con gli uomini nonostante l’isola sia di religione islamica, sono abituate a portare di tutto in equilibrio sulla testa. Ho visto una di loro appoggiare sulla testa una mazza da carpentiere come se nulla fosse, camminare per una trentina di metri e fermarsi a parlare con la stessa naturalezza di chi indossi un semplice cappellino. Se ne andava in giro con un martello sulla testa e, quando le ho fatto una foto, mi ha sorriso facendomi persino una linguaccia per nulla imbarazzata.
Posso dirvi che mentre camminano in quel modo, con quell’incedere leggero nonostante il peso in equilibrio, diventano magnifiche. Il loro corpo assume una postura che è l’essenza stessa della femminilità: la testa alta, la schiena dritta, il petto in avanti, i fianchi si muovono senza lasciare che le spalle si abbassino mentre i piedi scivolano leggeri. Magnifiche statue di donna che si illuminano in un sorriso.
Se siete a caccia di un fidanzato fate qualche giro per casa con un libro in testa: la differenza sarà abissale!!
Mentre Enzo confabulava con un architetto italiano ed un’arredatore francese mi sono eclissato approfittandone per andare ad esplorare la scogliera corallina che dava sull’oceano. Da quegli scogli, neri da sembrare vulcanici, ho potuto imparare altre cose sulle donne locali, godermi sul mare uno spettacolo inatteso: con la bassa merea un gruppo di ragazze, con i loro colorati vestiti e gli sgargianti copricapo, camminavano sul fondale roccioso con l’acqua appena sopra il ginocchio. Due di loro avanzavano tenendo tesa una fitta rete verso le compagne che, a loro volta, avanzavano battendo le mani in acqua e cantando. Quando alla fine si ritrovano strette in cerchio raccoglievano i pesci catturati prima di spostarsi di nuovo. Cantavano allegre e, sebbene distante, potevo capire dalle loro risate come stasse andando la pesca o se avevano avvistato un gruppo di pesci.
Certo, in città molte indossano il velo ed è ritenuto offensivo mostrarsi troppo discinte in spiaggia, ma Zanzibar è il primo paese mussulmano in cui vedo le donne godere di tanta libertà, sia nei modi che nei confronti degli uomini. E’ qualcosa che mi fa ben sperare, soprattutto perchè gli uomini sono aperti con le donne ma comunque molto rispettosi.
Le donne di qui sono molto dolci e molto belle nei loro lineamenti esotici. Tutte estremamente gentili. Tuttavia sono pur sempre donne e per questo sanno essere pericolose quanto ingenue. Dalla quantità di marmocchi scuri con i lineamenti occidentali che vedo gironzolare ho l’impressione che purtroppo spesso qualcuno se ne aprofitti. E’ un peccato che sorrisi così allegri siano ingannati da illusioni e false promesse. In compenso quelle pericolose sono pericolose per davvero: non ho ancora ben capito ma nel spingere le ragazze alla prostituzione oltre al denaro qui si tira in ballo persino il vodoo. Qui la stregoneria africana è apertamente praticata e vi è persino una piccola isoletta dove vivono gli stregoni il cui accesso è rigorosamente proibito agli stranieri. Come al solito vedrò di scoprire di più senza finire nei soliti guai.
Ma Birillo e le donne africane? Bhe io sono un montagnino:“Mogli e buoi dei paesi tuoi”. Per di più questa volta prima di partire mi sono fatto “incastare” da una tipa scorbutica e vendicativa proprio ad Asso. Ho paura che me lo faccia lei il vodoo se non sto attento!! Niente esotici frutti della passione per me!!
Un bacio alla mia “pita”!!
Davide “Birillo” Valsecchi
Riporto qui alcune “Cianotipie” realizzate da Enzo Santambrogio: da più di dieci anni Enzo vive stabilmente a Zanzibar, dove continua la sua ricerca artistica sia come fotografo, sia come scultore ed ora anche come profumiere.
(Per Info “Enzo Santambrogio Facebook” e “Aqua di Zanzibar”).