La sera, quando abbiamo finito di trafficare con il ferro, ci facciamo un bagno in mare ed andiamo a mangiare da Fasil. Fasil gestisce un piccolo chiosco in cima ad uno scoglio dove tira sempre un vento maledetto che ci costringe a cenare come la testa incassata nelle spalle come dei polli in inverno. Ma Fasil ha tre grossi vantaggi: il primo è che cucina bene, il secondo è che mi fa morire dal ridere ed il terzo è che ci tiene in fresco la cassa di birra comprata a metà prezzo a Stone Town. Questa sera gamberi e calamari con una montagna di patatine, Fasil non parla italiano ma ha un sorriso che mi spezza. Nella nostra lingua sa dire solo “Oh Mamma Mia!!” e così passiamo la serata ad urlare attraverso la cucina chiudendo in quel modo ogni frase e ridendo come due sciocchi. “Oh Mamma Mia!!”
Ma questa sera sono contento e se volete saperlo ci ho dato dentro anche con la birra perchè avevo voglia di festeggiare. In un mondo di negretti scansafatiche ed approfittatori ci sono delle persone che esprimono bontà pura semplicemente con uno sguardo. Uno di questi è Chiumu ed oggi siamo riusciti a salvargli la gamba e forse anche la pelle. C’è da dire che il confine tra “buono” e “stupido” è spesso sottile e la differenza spesso tocca farla ai filibustieri come me ed Enzo.
Chumu qualche giorno fa aveva avuto un mezzo incidente con il piki-piki, il motorino. Si era fatto un taglio profondo lungo una ventina di centimetri sullo stinco. Il “genio” aveva usato il sistema locale per curare la ferita: aveva disinfettato con il gasolio!! Ora io non so se questo possa essere un metodo valido ma so per certo che le infezioni qui in Africa non scherzano affatto. Per esperienza diretta sulla mia pelle posso dirvi che una ferita, anche la più stupida, qui può diventare una cosa seria se presa nel modo sbagliato.
Chiumo ci si è presentato due giorni fa con il suo solito sorriso ed i suoi occhi limpidi ma la sua gamba si era gonfiata, zoppicava e la ferita era un casino. Nonostante il colore scuro era palido e dolorante. Gli ho chiesto come si sentisse e mi ha risposto con un gesto tipicamente africano: senza parlare mi ha mostrato il pugno ruotandolo a destra e sinistra, quasi a comunicare visivamente il suo stato precario. Lo avrei ammazzato se non fossi stato preoccupato di salvargli la gamba a colpi di disinfettante ed antibiotici.
Oggi la gamba era meno gonfia ed in via di guarigione. Credo che uno “nzungo” bianco in quelle condizioni ci avrebbe lasciato la pelle per una simile ferita ma, fortunatamente, qui non sono furbi ma hanno la pelle dura. “Oh Mamma Mia!!” urlo a Fasil stappando un’altra birra, siamo stati fortunati oggi. Per di più sono riuscito a parlare, dopo 3 settimane, con una signorina speciale che mi torna spesso in mente: “Mi ha fatto un gran piacere risentirti…..”
Aggiungete che l’assemblea cittadina di Giovedì sembra essere stato un successo e che le speranze di salvare i miei cedri aumentano. Ora forse potrete capire perchè questa sera ho voglia di fare festa. Fasil poi comincia a cantarmi canzoni in Swahili mentre ormai io neppure sento più questo dannato vento che mi ha già trasportato lontano…
“Oh Mamma Mia, Fasil!! Hakuna Matata!! (nessun problema)”
Davide “birillo” Valsecchi