Ossian è il nome di un bardo leggendario dell’antica Scozia, figlio del guerriero Finn Mac Cumhaill e della poetessa Sadhbh.
I bardi formavano, insieme ai druidi e ai vati, le tre caste sacerdotali delle popolazioni celtiche. I bardi erano i conservatori del sapere del popolo, quindi venivano istruiti per memorizzare tutte le tradizioni e i miti del popolo.
Erano cantori raminghi, giullari sì ma dotti, poiché narravano gesta e leggende di cose realmente accadute, ingigantendole. Il bardo era dunque un latore di notizie, il cui compito fondamentale era informare, raccontare cosa stesse succedendo in terre lontanissime e irraggiungibili per chi ascoltava.
Un pochino anche io mi sento un bardo ed è per questo che volevo raccontarvi di Ossian e della raccolta, forse storica, forse inmmaginaria, di raccolti celtici realizzata da James Macpherson, un poeta scozzese del 1700: Le Poesie di Ossian.
Un’opera letteraria che ha contribuito alla formazione del Pre-Romanticismo e dello Sturm und Drang, un testo ammirato da personaggi come Ugo Foscolo, Franz Schubert, Johann Wolfgang Goethe e persino del grande Napoleone.
Il più famoso poema era Fingal, scritto nel 1762. Il poema ebbe un successo internazionale all’epoca ed i racconti di Ossidian furono proclamati l’equivalente celtico degli scrittori classici come Omero. Il poema fu tradotto in italiano da Melchiorre Cesarotti nel 1763. Professore dell’Universita di Pisa, fu nominato cavaliere da Napoleone e scrisse saggi come Saggio sopra le istituzioni scolastiche, Il patriottismo illuminato, L’Istruzione d’un cittadino a’ suoi fratelli meno istruiti. Fu insegnante e mentore di Ugo Foscolo e le sue opere influenzaro Vittorio Alfieri, Ippolito Pindemonte, Vincenzo Monti e Giacomo Leopardi.
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Lo Sturm und Drang (tempesta e impeto) è stato uno dei più importanti movimenti culturali tedeschi e convenzionalmente lo si colloca tra il 1770 e il 1775. Lo Sturm und Drang contribuì, assieme al Neoclassicismo, alla nascita del Romanticismo tedesco e diversamente da quello che si è portati a pensare non fu affatto la negazione dell’Illuminismo, tanto meno nacque quale movimento anti-illuminsta. Esso dovrebbe essere considerato più come il naturale prosieguo dell’Illuminismo.
Quando il “genio umano” prende coscienza di se stesso non può altro che “lanciarsi oltre” con passione. Conoscenza, forza e coraggio sono valori che nella mia epoca sembrano dispersi e soffocati dalla miseria e dall’ignoranza e dall’avidità di chi si nasconde dietro le masse.
Anche Dante si era perso in un simile selva oscura, anche lui aveva cercato conforto nei saggi del passato nel suo viaggio alla ricerca della luce. Ma i tempi oggi sono incerti e confusi, serve qualcosa che risvegli gli “eroi” ed i “principi” che silenti sono emarginati in questa società. Per questo che scelgo Fingal, perchè il viaggio si faccia avventura e la sua storia diventi degna di essere raccontata da un Bardo moderno ai giovani di domani.
Davide “Birillo” Valsecchi