Il numero di volte in cui sono stato letteralmente “piantato in Asso” da Lex, la più tormentata tra le mie realazione amorose, mi ha spinto a cercare il significato di quest’epressione.
Incredibilmente, è il caso di dirlo, deriva da un mito greco dove un grande amore viene improvvisamente troncato da un repentino abbandono: Teseo infatti abbandona Arianna sull’isola di Nasso (Naxos).
Con sorpresa è stato affascinante analizzare bene il mito: il re di Creta Minosse aveva vinto la guerra contro Atene e per questo motivo esigeva ogni nove anni dei giovani da scrificare al Minotauro. Il Minotauro è una delle figure mitologiche chè più mi impietosisce. E’ un essere mezzo uomo e mezzo toro che Minosse rinchiuse nel famoso labirinto.
Tutti credono che Minosse ne fosse il padre ma la realtà è che la madre, Pasifae, si innamorò perdutamente di un toro (si un toro, uno vero con le corna!) che doveva essere sacrificato a Poseidone. La passione della donna era tale che si rivolse a Dedalo, un’ architetto che era stato bandito da Atene per omicidio ed aveva progettato il famoso Labirinto di Cnosso. Dedalo è anche famoso per avere progettato un paio di ali per il figlio, tale Icaro. Non aggiungo altro. La donna chiese a Dedalo di costruirle una mucca di legno che le permettesse di accoppiarsi con il toro ed è così che venne concepito il Minotauro.
Nasci mezzo uomo e mezzo toro, sei figlio di madre vacca ed il tuo padre putativo ti rinchiude a vita in un labirinto. Cos’altro ti può andare storto? Solo che arrivi il fighetto di turno per farti la pelle!!
Teseo era un principe ateniese che, con la barca di papà, Re Egeo, arrivò a Creta per uccidere il Minotauro. In realtà chi sia il vero padre di Teseo è dubbio infatti Merea, la madre, fece ubriacare Egeo e, dopo aver avuto un rapporto con lui, si gettò in mare dove ne ebbe un altro con Poseidone. Il solito fighetto raccomandato dall’alto con un ricco padre ubriacone, una madre discutibile e cersciuto nella bambagia.
“Ma Teseo era un eroe che voleva salvare dei giovani” . Certo, peccato che la guerra tra Atene e Creta abbia avuto inzio quando Egeo, battuto in una competizione sportiva, uccise Androgeo il figlio di Minosse che, avendo già una moglie vacca, non la prese affatto bene ed alla fine della guerra pretese un tributo di sangue.
Tuttavia quando Teseo raggiunse l’isola Arianna se ne innamorò follemente. L’amore rende piacevolmente stupidi ma anche determinati oltre ogni incertezza. Quel babbeo di Teseo ci avrebbe lasciato la pelle nel labirinto ma Arianna, per salvare l’amato, diede una stupenda dimostrazione di creatività ed ingegno. Il labirinto è una trappola per la mente, un viaggio senza ritorno, lei lo amava e diede lui un filo perchè, tornando sui suoi passi, potesse tornare da lei. Ecco il filo d’Arianna, una splendida promessa d’amore, un giuramento di fedeltà. “Io attenderò a questo capo del filo il tuo ritorno dal labirinto che devi affrontare”. Stupendo.
Lo scemo scannò quel povero freak del Minotauro e seguì il filo per uscire dal labirinto trovando ad attenderlo l’innamorata Arianna. I due salparono alla volta di Atene dove lei sognava di diventare la sua sposa. Il bastardo invece ripartì dall’isola di Naxos abbandonandola mentre dormiva. Piantata in Nasso!
La leggenda vuole che Arianna, disperata per aver perduto l’amato senza nemmeno una spiegazione, soffrisse a tal punto da impietosire il dio Dioniso, noto ai romani come Bacco e patrono del vino. In principio non mi ha stupito molto che Arianna si fosse “data all’alchool” ma il mito ha una conclusione più felice per questa povera ma ingegnosa fanciulla. Dioniso infatti la sposò e, come dono di nozze, le diede un diadema d’oro creato da Efesto che, lanciato in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale.
Brava ragazza, sono felice per te!! La mia affasciante “Tesea”, una sincronetta figlia del mare, ha deciso di piantarmi in Asso dopo averle fatto dono dall’India di due magnifici topazi azzurri. “…affinchè i mie occhi siano sempre con te” le avevo promesso, vai a capire! In realtà non sono molto adirato per le due pietre, mi scoccia sopratutto aver perso il sottile spago arancione che avevo utilizzato provvisoriamente come catenina sulla montatura di oro bianco. Era un regalo senza valore di un simpatico tibetano che me lo aveva regalato a Lhe, uno dei pochi che non aveva cercato di sfilarmi soldi.
Forse era veramente tempo di “metterci una pietra sopra” questa storia, vero è che mettercene due e per di più preziose è un tantino esoso anche per uno come me! (adoro il modo in cui tutta questa storia rotola tra le frasi fatte!!)
Comunque sia, dopo una rapida ripassata alla mitologia greca, che nulla ha da invidiare alla saccente religione Hindù, mi ritrovo di nuovo piantato in Asso come la bella Arianna. C’e’ da sperare che qualche splendida Venere si commuova per me. In caso contrario, mantenendo le spalle ben protette al muro, mi resta sempre Bacco e la partita a punti con l’etilometro!
Ps. Ieri ho passato il pomeriggio a bighellonare a Como. Io non ci credevo ma il mondo è ancora pieno di ragazze carine. Allargare i propri orizzonti rende liberi =)
Davide “Birillo” Valsecchi